Vaginismo, i sintomi e la cura
Il vaginismo è una disfunzione sessuale che si può curare
Rimedi al vaginismo e l'importanza di rivolgersi a uno specialista
![Vaginismo, i sintomi e la cura](/media/articoli_redazione/coppia-in-intimita_5897421306.jpg)
In alcuni casi invece la penetrazione avviene, seppur parzialmente, ma con dolore fortissimo, acuto, percepito dalle donne come una lacerazione, il che solitamente induce ad interrompere l’incontro amoroso. Il vaginismo è infatti una delle cause principali di dispareunia femminile (per l’appunto dolore durante il rapporto sessuale). Questa disfunzione sessuale si caratterizza in diversi modi: può esistere da sempre, dal primo approccio alla sessualità, o comparire dopo anni di rapporti completi e soddisfacenti, può riguardare solo l’atto sessuale o anche la visita ginecologica o l’inserimento di un tampone durante il ciclo mestruale.
Certo è che in tutti i casi ha un impatto fortemente negativo sulla vita di coppia, oltre che sulla donna stessa che si sente persa, impossibilitata a reagire: il desiderio sessuale rimane, così come l’eccitazione e la capacità di raggiungere l’orgasmo con stimolazione del clitoride, ma non si riesce ad avere un rapporto sessuale completo. Allora che fare? Il vaginismo è curabile, nella maggior parte dei casi, ed anche semplicemente.
Il problema è trovare il coraggio di affrontare la questione e scovare uno specialista (un sessuologo) in grado di indicare la giusta strada. Il tutto meglio se fatto in coppia. Il trattamento prevede l’integrazione di varie tecniche: il colloquio psicologico va affiancato dall’apprendimento di tecniche di rilassamento e poi esercizi di “riabilitazione” da praticare in casa, da sole o con il coinvolgimento del partner.
Si può iniziare con i noti esercizi di Kegel, fondamentali per “sentire” il controllo sul proprio pavimento pelvico: contrarre i muscoli (come per trattenere la pipì) e poi spingerli al contrario (come per urinare di getto) per un paio di secondi, rilassarsi e ripetere per almeno 6 volte consecutive, più volte al giorno (nessuno se ne accorgerà, si può fare anche in ufficio). Già dopo due giorni si potrà cominciare a provare a far penetrare un dito, e poi due, ecc. Chiaramente con unghie tagliate e pellicine estirpate, in modo da non graffiarsi.
Con molta, moltissima pazienza e delicatezza. Impresa ardua, ma non impossibile. Il consiglio è sempre quello di rivolgersi ad un esperto sessuologo, ma ci piacerebbero le testimonianze di chi ha superato la malattia, quale incoraggiamento per chi arriva a leggere questo post perché interessata in prima persona. Aspettiamo tanti commenti.
Foto: Pigeompie per Flickr