Vaginismo, i sintomi e la cura

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Vaginismo, i sintomi e la cura

17-01-2013 - scritto da Cinzia Iannaccio

Il vaginismo è una disfunzione sessuale che si può curare

Rimedi al vaginismo e l'importanza di rivolgersi a uno specialista

Vaginismo, i sintomi e la cura Il vaginismo è una disfunzione sessuale del genere femminile, tra le più comuni e consiste nella contrazione involontaria dei muscoli siti intorno alla vagina, al momento dell’atto sessuale e della penetrazione da parte del pene. La donna non si rende conto neppure di questa risposta muscolare, ma ne consegue l’impossibilità totale di penetrazione e dunque di avere un rapporto sessuale completo (gli uomini raccontano di trovarsi come in prossimità di un muro).

In alcuni casi invece la penetrazione avviene, seppur parzialmente, ma con dolore fortissimo, acuto, percepito dalle donne come una lacerazione, il che solitamente induce ad interrompere l’incontro amoroso. Il vaginismo è infatti una delle cause principali di dispareunia femminile (per l’appunto dolore durante il rapporto sessuale). Questa disfunzione sessuale si caratterizza in diversi modi: può esistere da sempre, dal primo approccio alla sessualità, o comparire dopo anni di rapporti completi e soddisfacenti, può riguardare solo l’atto sessuale o anche la visita ginecologica o l’inserimento di un tampone durante il ciclo mestruale.

Certo è che in tutti i casi ha un impatto fortemente negativo sulla vita di coppia, oltre che sulla donna stessa che si sente persa, impossibilitata a reagire: il desiderio sessuale rimane, così come l’eccitazione e la capacità di raggiungere l’orgasmo con stimolazione del clitoride, ma non si riesce ad avere un rapporto sessuale completo. Allora che fare? Il vaginismo è curabile, nella maggior parte dei casi, ed anche semplicemente.

Il problema è trovare il coraggio di affrontare la questione e scovare uno specialista (un sessuologo) in grado di indicare la giusta strada. Il tutto meglio se fatto in coppia. Il trattamento prevede l’integrazione di varie tecniche: il colloquio psicologico va affiancato dall’apprendimento di tecniche di rilassamento e poi esercizi di “riabilitazione” da praticare in casa, da sole o con il coinvolgimento del partner.

Si può iniziare con i noti esercizi di Kegel, fondamentali per “sentire” il controllo sul proprio pavimento pelvico: contrarre i muscoli (come per trattenere la pipì) e poi spingerli al contrario (come per urinare di getto) per un paio di secondi, rilassarsi e ripetere per almeno 6 volte consecutive, più volte al giorno (nessuno se ne accorgerà, si può fare anche in ufficio). Già dopo due giorni si potrà cominciare a provare a far penetrare un dito, e poi due, ecc. Chiaramente con unghie tagliate e pellicine estirpate, in modo da non graffiarsi.

Con molta, moltissima pazienza e delicatezza. Impresa ardua, ma non impossibile. Il consiglio è sempre quello di rivolgersi ad un esperto sessuologo, ma ci piacerebbero le testimonianze di chi ha superato la malattia, quale incoraggiamento per chi arriva a leggere questo post perché interessata in prima persona. Aspettiamo tanti commenti.

Foto: Pigeompie per Flickr


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