Allergia alimentare: cos’è

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Allergia alimentare: cos’è

13-01-2016 - scritto da Viviana Vischi

La reazione allergica ai cibi ingeriti nella maggior parte dei casi è lieve, ma a volte può causare shock anafilattico.

Come riconoscere le allergie alimentari.

Allergia alimentare: cos’è

L’allergia alimentare è una reazione esagerata del sistema immunitario ad un agente estraneo, allergene, che entra in contatto con l’organismo. In alcune persone, infatti, spesso per ragioni ereditarie, il sistema immunitario presenta delle alterazioni nel sistema di riconoscimento degli agenti con cui entra in contatto l’organismo e, a causa dell’alterazione, sostanze innocue vengono scambiate per sostanze dannose.

Infatti, il sistema immunitario, entrato in contatto con delle sostanze estranee giudicate dannose, gli allergeni, inizia a produrre un numero esorbitante di anticorpi (immunoglobine di tipo E) che si fissano sulla superficie delle cellule del tessuto connettivo, i mastociti. Non appena l’individuo rientra in contatto con l’allergene, questi  interagiscono con gli anticorpi direttamente sulla superficie dei mastociti e allora questi ultimi liberano l’istamina, una sostanza irritante che fa manifestare la reazione allergica e produce fastidiosissimi sintomi, come prurito, arrossamenti (orticaria ed eczema), difficoltà respiratorie, palpitazioni, a volte lievi, a volte, seppur raramente, molto gravi.

 

Quali sono i cibi che più comunemente provocano allergie alimentari?

I cibi che causano allergia risultano essere prevalentemente:

  • latte vaccino
  • uova
  • nocciole, noci, arachidi, anacardi e in generale tutta la frutta secca con la buccia
  • soia
  • cioccolato
  • crostacei
  • molluschi
  • alcuni pesci
  • grano
  • sesamo
  • legumi
  • pomodori
  • frutta (in particolare le fragole e gli agrumi)

La reazione allergica verso alcuni cibi come il latte e le uova  scompare con la crescita, mentre persiste verso pesce e crostacei.

 

Come riconoscere le reazioni allergiche e quali parti del nostro corpo colpiscono?

Le reazioni allergiche alimentari più comuni colpiscono l’apparato respiratorio comportando la rinorrea (naso che cola), lo starnuto, la tosse, l’asma; la cute procurando prurito, orticaria, eczema; possono  procurare anche congestione agli occhi,  otite e  diarrea;  in generale recano all’individuo un senso di affaticamento, incrementano la sensibilità rendendo le persone più suscettibili ed irritabili.

Le reazioni possono essere lievi, ma a volte possono essere talmente gravi da comportare pericolo di vita, come nel caso dello shock anafilattico che colpisce ogni anno  4-5 persone su 100.000.

 

Cosa fare in caso di shock anafilattico?

Se il soggetto colpito da reazione allergica si aggrava, allora lo si deve aiutare tempestivamente a sdraiarsi e a sollevare le gambe rispetto al resto del corpo per far fluire il sangue ed è consigliabile utilizzare dell’adrenalina auto-iniettabile, una sostanza salva-vita che consente di mantenere in vita l persona coinvolta in attesa che arrivi l’ambulanza e che sia condotta al Pronto Soccorso.

 

Quanti soffrono di allergia alimentare?

Ma quante persone soffrono di allergia?  Secondo l’Istituto Superiore della Sanità, in Italia gli allergici sono circa 10 milioni, con un costante aumento della patologia tra i bambini nei quali l’allergia compare intorno ai 6-7 anni. Risulta invece difficile stimare quante persone soffrono di allergia alimentare in quanto molto spesso gli individui presentano polisensibilità, cioè risultano allergici a più allergeni e in questo caso si parla di allergie crociate. Essendo molto spesso l’allergia alimentare ereditaria, nei bambini viene facilmente diagnosticata nei primi anni di vita.

 

Che differenza c’è tra allergia alimentare ed intolleranza alimentare?

Spesso l’allergia alimentare viene confusa con l’intolleranza alimentare. L’allergia è una reazione esagerata del sistema immunitario ad un allergene;  l’intolleranza invece può consistere in un’avversione psicologica verso il cibo, oppure  in un’intossicazione alimentare di tipo microbico o più semplicemente in un’intolleranza verso alcuni ingredienti  presenti nei cibi  e introdotti nelle loro lavorazioni.

 

In un’ottica di prevenzione, dovrebbe entrare nella cultura delle persone fare degli esami per accertare e individuare eventuali allergeni e un’attenzione particolare dovrebbe essere prestata ai bambini, soprattutto nell’età di insorgenza delle allergie. Un semplice prelievo del sangue consentirebbe loro di potersi avvicinare con più tranquillità ad una coppa di fragole alla panna, ad un piatto di cozze e ad altri cibi potenzialmente allergenici.

 

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A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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