Convulsioni febbrili nei bambini

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Convulsioni febbrili nei bambini

07-03-2013 - scritto da Cinzia Iannaccio

Spaventano molto, ma le convulsioni febbrili semplici non sono pericolose

Cosa scatena e cosa comportano le convulsioni febbrili nei bambini

Convulsioni febbrili nei bambini Le convulsioni febbrili rappresentano uno degli episodi più inaspettati e drammatici della vita di un bimbo piccolo, in relazione non tanto al disturbo stesso, quanto allo spavento che questo provoca in noi genitori. Si tratta di vere e proprie crisi convulsive ma che sono generate da una febbre alta,o meglio da un repentino innalzamento della temperatura corporea.

Sono abbastanza comuni nei bambini sotto i 5 anni. In genere durano pochi minuti (mai più di 15) e sono isolate, non si ripetono cioè nelle 24 ore, nonostante la temperatura alta permanga. Per tali motivi sono definite convulsioni febbrili semplici (distinte da quelle invece “complesse” che hanno una durata e frequenza maggiore e necessitano di un’attenzione particolare).

La crisi convulsiva in genere è improvvisa: il bambino perde conoscenza, non reagisce agli stimoli esterni, si irrigidisce e/o ha contrazioni muscolari involontarie soprattutto delle braccia e delle gambe, manifesta una ipersalivazione e quindi perde bava dalla bocca. Lo sguardo può essere fisso nel vuoto oppure gli occhi ruotano all’indietro. In alcuni casi si può avere anche una lassità muscolare (ipotonia) e perdita di pipì o feci.

Per fortuna, non mi è mai successo, ma è chiaro che si tratta di una situazione che può mandare i genitori nel panico. La prima cosa da fare dunque è cercare di mantenere la calma, anche tenendo presente che in breve la convulsione febbrile passerà e non ci saranno conseguenze di alcun tipo per il bambino. Non bisogna però lasciare solo il piccolo, neppure per un secondo, magari pensando di andare a chiedere aiuto: è importante controllare che non urti da qualche parte facendosi male, evitare di cercare di bloccare i suoi movimenti, se possibile girarlo su un fianco affinché non ingoi la saliva o eventuale vomito, non forzare l’apertura della bocca.

Quando tutto sarà passato (in genere 4-5 minuti), il bimbo potrà dimostrare sonnolenza. E’ tutto normale. A quel punto si può chiamare il pediatra segnalando il fatto e precisando il tipo di convulsione e la durata. Nella metà dei casi possono esserci delle recidive. Non esiste una cura specifica (il problema si risolverà con la crescita), ma un antifebbrile bisognerà averlo sempre a portata di mano. Inoltre dopo un primo episodio il pediatra potrebbe suggerire dei sedativi (ne esistono disponibili sotto forma di microclisteri), in genere Diazepam, da somministrare all’occorrenza per via rettale, se la crisi convulsiva dura più di 3-4 minuti.

Foto: Alex E. Proimos per Flickr


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