Zuccheri: linee guida sul consumo per adulti e bambini
Le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sugli zuccheri semplici indicano una forte riduzione quotidiana del loro consumo.
Zuccheri: bisogna prestare più attenzione a quanti ne mangiamo. Lo dice l'OMS.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha di recente aggiornato le sue Linee Guida sul Consumo degli zuccheri semplici negli adulti e nei bambini raccomandandone fortemente la riduzione dell'assunzione quotidiana. Per zuccheri semplici si intendono glucosio, fruttosio, dolcificanti comuni come zucchero bianco o miele ecc.
Il limite invalicabile resta quello del 10%, ma secondo l'OMS sarebbe meglio scendere ulteriormente con le quantità, intorno al 5% delle calorie introdotte giornalmente.
Tradotto, significa consumarne circa 25 grammi al giorno per l’adulto (1 cucchiaio da minestra) e 20 gr per il bambino.
Questa ulteriore limitazione potrebbe recare ancor più benefici per la salute, prima tra tutti, la riduzione dell’incidenza di carie dentali, insieme ad un maggior controllo del peso corporeo.
Diversi studi clinici, pubblicati su alcune delle riviste scientifiche di maggior impatto internazionale - come il British Medical Journal e l’American Journal of Clinical Nutrition - hanno portato alla luce gli svariati e molteplici effetti negativi legati ad un elevato consumo di zuccheri da parte dell’uomo.
Non sono stati messi in discussione gli zuccheri naturalmente presenti in latte o frutta, ma l’interesse è stato rivolto ai dolcificanti da tavola e agli zuccheri addizionati ai cibi e alle bibite durante la loro preparazione, ovvero:
- marmellate e confetture
- creme spalmabili
- dessert e dolci vari
- yogurt dolcificati
- caramelle e gomme da masticare
- sciroppi e bevande zuccherate
- salse gastronomiche
- moltissimi altri alimenti confezionati
Una sola bibita gassata, ad esempio, può arrivare a contenere anche fino a 50 grammi di zucchero (circa 2 cucchiai da minestra colmi), corrispondenti ad una quota già abbondante rispetto a quella consigliata. Queste bevande mostrano uno scarso valore nutrizionale unito ad un contributo calorico non trascurabile (non a caso si parla di "calorie vuote"); inoltre non placano, di sicuro, l’appetito, né sono in grado di fornire lo stesso senso di sazietà procurato dall’assunzione di molti cibi solidi di analogo apporto energetico; di conseguenza, con l’abuso il livello totale delle calorie introdotte può solo accrescere, con la certezza di procurare un aumento di peso.
Posto un limite del 5%, sarebbe necessario, allora, richiedere la riformulazione della composizione di molti prodotti industriali presenti oggi sul mercato, con una variazione delle dosi degli zuccheri aggiunti; per contro, in maniera più pratica e logica basterebbe attuare un’accurata compagna di Educazione Alimentare, al fine di informare la popolazione sui tutti i possibili rischi, derivati da abitudini e stile di vita scorretti.
E' noto che gli eccessi ponderali espongono ad un maggiore probabilità di sviluppare patologie invalidanti come il diabete di tipo 2, disturbi cardiovascolari e malattie epatiche; per queste ragioni, controllare l'assunzione complessiva degli zuccheri liberi potrebbe essere uno dei tanti mezzi a disposizione, ma non il solo, per tentare di contrastare il sovrappeso e l’obesità sia adulta che infantile.
L’orientamento resta quello di armarsi, sempre e comunque, di coscienza e consapevolezza, specie su quanto e di cosa nutrirsi, evitando ogni forma di eccesso o esclusione alimentare, al fine di godere di una buona qualità di vita.
A questo proposito c'è da sottolineare come l'elenco dei cibi nocivi per la salute sembra farsi ogni giorno sempre più lungo; agli alcolici, fritti, formaggi stagionati, uova, carni rosse e salumi, grassi animali e idrogenati, cibi industriali, prodotti di pasticceria, si sono affiancati negli ultimi tempi anche le farine raffinate e il latte. Secondo me, la posizione più logica da adottare è certamente quella di individuare nei cibi pregi o difetti, con la consapevolezza, però, che il prevalere degli uni sugli altri dipenderà solo dalle quantità e dalla frequenza di consumo di ciascuno di essi, oltre che da ragioni esclusivamente individuali.
Di certo, la frutta fresca, i semi e la frutta oleosa, gli ortaggi, la verdura, i cereali a chicco intero e i legumi occupano un ruolo di primo piano nel contesto di una dieta equilibrata. Così, dato il loro maggior pregio nutrizionale, alle farine derivate dai cereali raffinati andrebbero indubbiamente preferite quelle integrali, mentre burro, strutto e margarina andrebbero sostituiti con oli vegetali nobili, come l’olio extravergine d’oliva; allo stesso tempo, la carne rossa andrebbe consumata con molta attenzione e parsimonia, al pari dei grassi saturi, degli alcolici, degli zuccheri liberi, dei cibi pronti e confezionati.
E' bene ricordare che tutti gli alimenti possono essere o possono divenire veicolo di sostanze cancerogene o comunque, nocive per la salute umana. Basti pensare alla presenza nel cibo che ingeriamo, di derivazione animale o vegetale che sia, di diversi e possibili residui: fitofarmaci (pesticidi), metalli pesanti, ormoni, antibiotici, tossine...
E' da sottolineare che il valore e la qualità di un prodotto alimentare dipendono, essenzialmente, dalla scelta delle materie prime impiegate per la sua lavorazione, pertanto, dall'origine, tipo, quantità e natura dei suoi ingredienti e persino dalle modalità e dai tempi relativi alla sua conservazione; non a caso, la non corretta conservazione può consentire lo sviluppo di pericolose micotossine anche in alimenti preziosi e di norma salutari, come i cereali e i legumi. E ancora, nel caso dei derivati animali - carni, formaggi o salumi - la differenza viene fatta dall’alimentazione del bestiame destinato alla macellazione o alla produzione del latte, come pure dai sistemi di allevamento adoperati, come nel caso degli animali allevati con metodo biologico.
Ciascuno di noi dovrebbe riuscire ad arrivare alla piena consapevolezza di quanto e di cosa nutrirsi per cercare di stare in salute e vivere meglio, senza demonizzare a priori certi alimenti ma facendone un utilizzo corretto in termini di quantità e frequenza di consumo.
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Allattamento, salute del bambino, neonato e bambino
Dieta, Alimentazione e Integrazione Nutrizionale
A cura di Roberta Madonna, Biologo Nutrizionista Specialista in Biochimica Clinica, dal 2008 si occupa di Nutrizione Umana Fisiopatologica, Dietetica Clinica, Nutrizione Sportiva ed Educazione Alimentare.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.