Il vissuto psicologico in menopausa
La menopausa non è una malattia
La sessualità nella menopausa e non solo
La sessualità nella menopausa diviene spesso un luogo psichico in cui conflitti e disagi sostituiscono il significato attribuito fino a quel momento dalla donna al proprio corpo ed al proprio ruolo nelle relazioni umane sui diversi piani di rapporto. Ciò è dovuto alla presenza di fattori diversi, quali la struttura e la storia personale, i condizionamenti culturali, a volte molto pesanti, il contesto socio-economico ambientale e le componenti NeuroEndocrinologiche individuali. Fino a pochi anni fa, la medicina specialmente in ambito psichiatrico, tendeva a ritenere la menopausa un momento della vita coincidente con l'insorgere di disturbi psichici. Parallelamente si sono sviluppati diversi canali di ricerca finalizzati a spiegare il fenomeno biologicamente, senza però giungere a conclusioni certe.Da questo complesso è derivato l'atteggiamento piuttosto diffuso di adeguarsi ad una risposta parziale che non ha soddisfatto le esigenze di un periodo dell'esistenza femminile che viene vissuto in modo unitario. Solo recentemente si è rimodellato l'approccio alla condizione vitale della menopausa rivolgendo attenzione alla Persona come unità inscindibile di mente e corpo, che affronta una fase cruciale della propria esistenza. In questo senso: i disturbi vegetativi, il rapporto sessuale spesso doloroso, la frequente diminuzione del desiderio, l'esagerata o diminuita cura del proprio aspetto, i pensieri di inutilità o svalutativi, l'irritabilità, l'ansia od il dolore della depressione, fino al non riconoscersi in alcuni casi; oltre che "sintomi" da considerare oggettivamente, diventano, diversamente in ogni donna, le stanze di una singola abitazione. Gli specialisti, ospiti guidati dalla Padrona di Casa, ne visitano l'habitat psicofisico unitario in stretta collaborazione.
Lo psichiatra è il medico che interagisce prioritariamente col vissuto personale di questo periodo della vita ed aiuta la donna nella ricerca della propria dimensione attuale ponendo le basi per una prosecuzione autonoma del dialogo interiore.
Dal mondo dell'immagine, sottoposti al quotidiano bombardamento di modelli umani pressochè perfetti, che i Media dispensano seguendo le leggi di mercato, siamo tutti più o meno influenzati. Ne derivano un livello ed una modalità di prestazione sociale attesa, che forse soddisfa il mercato, ma non le nostre profonde esigenze umane. Il nostro genere è più antico del trend contemporaneo, ed è questa inalienabile memoria interna che, per ognuno a suo modo, spesso si trova in conflitto col quotidiano. La donna vive tutta la sua vita fertile, sul ritmo segnato dalla luna: un tempo, quando esso terminava era sostituito dal gratificante ruolo di riferimento assunto dall'Anziana, oggi è avvicendato da un senso di inutilità e solitudine. Per converso, la qualità di vita attuale consente un'attesa vitale che per le donne sfiora i novanta anni: quindi, giunte alla menopausa, non sono affatto anziane ma "Nel mezzo del cammin...". La sessualità, non può essere considerata come una semplice "funzione" distaccata dalle problematiche qui accennate ed anzi, va ancor più vista alla luce dei processi individuali e familiari, dello sviluppo psicologico della donna. Il valore del proprio corpo come mezzo, promotore e generatore dei rapporti affettivi più importanti e della vita stessa è universale ed inalienabile.
Al termine del millennio, nella complessità che viviamo, è facile perdere l'orientamento durante una tappa così significativa dell'evoluzione femminile: la Psiche, come la Casa, nasconde ma non ruba.
Allora, la ricerca sostituisce il rammarico della perdita e lo psichiatra la sostiene: gli strumenti a sua disposizione sono la psicoterapia, a volte associata alla terapia farmacologica, ma sempre alla consulenza ginecologica del caso.
La psicoterapia non va intesa come un rimedio in sé al male: la menopausa non è una malattia, ma l'espressione tecnica e scientifica più adeguata alla risoluzione di un vissuto, ai giorni nostri, divenuto problematico. I farmaci, se e quando necessari, hanno il ruolo puramente strumentale di diminuire l'entità e la durata del disagio, restituendo alla donna le energie in esso investite. Concludo con Nazim Hikmet, ritenendo che la scienza è sempre stata precorsa e guidata dalla poesia:
Prendila sul serio/ ma sul serio a tal punto/ Che a settant'anni, ad esempio, pianterai gli ulivi/ non perché restino ai tuoi figli/ Ma perché non crederai alla morte pur temendola,/ E la vita peserà di più sulla bilancia.
dott. Ubaldo Sagripanti
Psichiatra ASL 8, Civitanova Marche
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