L’elisir di lunga vita

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L’elisir di lunga vita

28-09-2008 - scritto da monica_balestrero

Vino e dieta

Il vino nelle teorie dietetiche medioevali

Il vino ha suscitato da sempre pareri contrastanti nel campo della dietetica, ma nessuna teoria è riuscita a scalzare il pensiero che un bicchiere di buon vino consumato durante i pasti giova alla salute. L’interesse degli studiosi antichi per questa bevanda è dovuto in larga parte alla sua natura ambivalente; esso, infatti, può essere caldo e allo stesso tempo secco e si discosta dalle regole dietetiche e dalla teoria delle complessioni umorali, poiché, grazie a questa sua ambivalenza, può essere consumato da tutti, a prescindere dal loro umore dominante.

I testi dei secoli XII-XV si prodigano in particolareggiate descrizioni delle qualità di questa bevanda, indicandola come fondamentale ed insostituibile elisir per una vita lunga e sana.

Purché non se ne abusi, nel qual caso potrebbe condurre persino alla morte, “il vino è di si gran virtù che se Bacco vivesse non potrebbe descriverle tutte fino alla fine e tesserne tutte le lodi, poiché tra tutti i liquidi degli alberi e delle erbe il vino detiene la supremazia” dice nel XIII secolo Bartolomeo Angelico nella sua enciclopedia.
Nel Medioevo il vino non era considerato semplicemente una bevanda, ma un vero e proprio alimento, la cui funzione nutritiva era fondamentale per il corpo. Se ne consumava fino a due litri al giorno per persona, ma bisogna ricordare che la vendemmia precoce e i diversi metodi di vinificazione lo rendevano meno alcolico di quello di oggi, inoltre spesso non lo si beveva schietto, ma annacquato, per purificare l’acqua.

La dietetica medievale considerava il vino un alimento adatto a tutti: “Poiché fa bene al corpo e all’anima, va bene per tutti, a qualunque età, in ogni stagione, in tutte le regioni, a seconda di quanto la natura di chi lo beve possa sopportarne.”
Il vino era presente nella preparazione e nell’assunzione di numerosi farmaci, inoltre gli si riconosceva la capacità di generare sangue, di ricostituire il calore naturale del corpo e di favorire la digestione, infine esso era utilizzato come antisettico, per disinfettare le piaghe, le ferite e, come abbiamo detto, per purificare l’acqua.
Se questa bevanda aveva molteplici modi per agire sulle funzioni corporee, non possiamo non menzionare la sua capacità di agire sull’anima degli individui: nel Medioevo gli si attribuiva la capacità di saper rendere gioiosi, intelligenti e creativi.

Nonostante tante buone qualità, la sua diffusione in tutto il bacino del mediterraneo e nei paesi del nord Europa, nonché la sua elezione a bevanda privilegiata e preferita non la si deve a questi studi medici, ma alla diffusione del cristianesimo. La necessità per i monaci missionari di procurarsi il vino per le celebrazioni liturgiche li spinse a coltivare la vite anche in terreni o in climi poco adatti, facendo sì che esso si diffondesse di pari passo con il Vangelo presso le popolazioni appena convertite.



References
Grappe Y., Sulle tracce del gusto, Bari 2006.
Monica Balestrero, La Dieta nel Medioevo italico, Aracne editore, Roma 2006.

Profilo del medico - monica_balestrero

Nome:
Monica Balestrero
Comune:
ROMA
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