Le diete facili
Passiamo in rassegna tutte le più famose diete degli ultimi anni per scoprirne l'effettiva efficacia.
Non fidatevi di consigli dietetici miracolistici, non esistono "scorciatoie", il solo modo di perdere peso è seguire un corretto programma alimentare.
Stunkard è un ultraottantenne americano ed uno dei più famosi esperti di obesità; egli afferma che "la maggior parte degli obesi non è curata, la maggior parte di quelli curati non segue una dieta, la maggior parte di quelli che stanno a dieta non perde peso, la maggior parte di quelli che perdono peso lo riacquistano: tutti ne pagano un elevato prezzo".Questo assioma fu enunciato negli anni 50 del secolo scorso, ma è sempre di estrema attualità; attualmente negli USA la prevalenza di eccesso ponderale supera il 60%, in Europa leggermente inferiore. Questa situazione ha fatto impennare l'interesse della popolazione per il termine "dieta" argomento inflazionato dove tutti, la maggior parte non esperti, dicono la propria: da qui il proliferare di riviste, forum, ristoranti(!), trasmissioni radiotelevisive e quant'altro in cui svariati personaggi in atteggiamenti poco scientifici e molto ieratici si improvvisano "guru" della dieta proponendo, millantando, propinando consigli dietetici miracolistici con l'uso di espressioni accattivanti (tipo: 7 chili in 7 giorni magistralmente trasformato in satira al cinema).
La maggior parte di queste "diete", magari coadiuvata da estratti vegetali "che bruciano i grassi" non hanno alcuna validazione scientifica, ma essendo proposte "alternative", magari costose, invogliano il paziente sovrappeso a "scorciatoie" più facili che non seguire un corretto programma alimentare.
La dieta equilibrata infatti, agli occhi di troppi, ha un triplice svantaggio: è scontata (tutti sanno che mangiando meno si dimagrisce), è economica, non è ammantata da nomi esotici.
Bisognerebbe sempre ricordare che "diaita" (diaita in greco) significa "stile di vita" quindi tutta una serie di regole di vita antiche quanto l'uomo.
Tra i nomi più fantasiosi che ho riscoperto da un esame della letteratura cito: la dieta della patata, del minestrone, del fantino, del pompelmo e dell'ananas, di Neanderthal, Scarsdale, Zona, del palmo della mano, la dissociata, la dieta del semaforo e molte, troppe, altre.
Tra tutte le succitate diete le più famose sono:
DIETE IPERPROTEICHE
Negli anni 70 negli USA erano in vendita liberamente (nei supermercati) dei pasti sostitutivi a base di aminoacidi in gelatine chiamati P.S.M.F. cioè Protein System Modified Fasting (sistema di digiuno modificato con proteine) a bassissimo contenuto calorico che favorivano grossi cali ponderali; furono ritirati per l'alta incidenza di "frammentazione delle fibre miocardiche" la cosiddetta "rottura di cuore" che causava decessi per scompenso cardiaco acuto e/o aritmie pericolose.
Successivamente comparvero le diete ad alto contenuto proteico:
DIETA SCARSDALE
Prevede una cospicua quota proteica fino a sfiorare il 50% con pari drastica riduzione dei carboidrati (30%) ed in misura minore dei grassi (20%) il tutto in circa 1000 Calorie giornaliere per 14 giorni: valgono i rilievi fatti per la Atkins, cioè con 1000 Calorie si cala di peso (per forza!) ma si perdono soprattutto liquidi e massa magra, con recupero di peso (massa grassa!) alla rialimentazione.
DIETA ATKINS
Inventata negli USA da Atkins, prevede una drastica riduzione dei carboidrati con uso libero di proteine e di condimenti (con moderazione per i formaggi): si riterrebbe che i carboidrati tramite stimolo per l'insulina endogena, determinino un aumento volumetrico delle cellule adipose, inoltre le proteine determinerebbero precoce senso di sazietà. E' invece evidente che, sovraccaricando il rene, la perdita di peso sia in gran parte a carico della componente liquida, inoltre le proteine assunte sono di origine animale e quindi accompagnate da grosse quantità di colesterolo, senza contare le carenze di vitamine, quindi aumentando il rischio cardiovascolare.
DIETA DISSOCIATA
Hay negli anni trenta propose il principio che l'associazione di nutrienti "intossichi" l'organismo, mentre l'assunzione degli stessi nutrienti, ma divisi, ne consentano una sorta di riposo e di rigenerazione.
Il principio è concettualmente corretto, ma senza una riduzione della quota calorica la perdita di peso è trascurabile.
DIETA ZONA
E' semplicemente un nuovo nome delle diete iperproteiche prevedendo una composizione bromatologica di: carboidrati 40%, proteine e grassi 30% ciascuno.
Valgono le considerazioni fatte precedentemente: il sovraccarico del metabolismo renale (con rischio per i soggetti predisposti di calcolosi renale, gotta, ipercalciuria) l'aumento inevitabile dell'introduzione di grosse quantità di grassi saturi con i rischi cardiovascolari connessi.
A questo proposito si dovrebbe sempre ricordare che il calo ponderale ha finalità di prevenire e/o limitare i fattori di rischio, in second'ordine con obiettivi estetico/psicologici, ma se al calo ponderale si associa un aumento del colesterolo e dell'urato, i vantaggi (pochi) del minimo calo sono annullati dai rischi che aumentano.
INTOLLERANZE ALIMENTARI
E' l'ultima moda nell'ambito dietologico, si tratta di una teoria che sostiene che l'alimento (o gli alimenti) a cui si è "intolleranti" indurrebbe un aumento di peso.
A prescindere dall'assurdo metabolico per cui una cosa "che fa male" determini un processo anabolico, quindi di benessere, tali intolleranze sono svelate tramite apparecchi elettromedicali che evidenzierebbero delle variazioni bioelettriche nel soggetto esposto all'alimento sospetto.
Questi apparecchi sono il VEGA ed il DRIA molto accattivanti perchè dotati di suoni, luci, display elettronici e soprattutto molto costosi.
Altre metodiche sono state utilizzate: test leucocitotossico, test dei capelli.
In studi controllati il VEGA test ha evidenziato meno del 25% dei soggetti allergici noti, fornendo viceversa molti falsi positivi.
In una recente revisione la prestigiosa AMERICAN ACADEMY OF ALLERGY ha definito inaffidabili tutte queste metodiche nella diagnostica allergologica; per questo tali test non sono più rimborsati dalle assicurazioni.
E' tuttavia vero che le diete che derivano da queste metodiche provochino calo ponderale, anche perchè gli alimenti "intollerati" sono così numerosi che l'alimentazione del paziente è di fatto ipocalorica.
CONCLUSIONI
L'osservazione comune che: "se si mangia meno di quello che si consuma si cala di peso" dovrebbe far riflettere sull'utilità di proposte che non si riflettano in tale elementare norma di comportamento.
Il rischio di indurre patologie con diete "fai da te" è tuttavia elevato, a partire da patologie di tipo psichiatrico in soggetti predisposti come l'anoressia e la bulimia.
E' importante quindi affidarsi a medici specialisti che NON promettano miracoli, ma un programma alimentare equilibrato (carboidrati oltre il 50% Lipidi 25% Proteine meno del 25%) coadiuvato, solo nei casi di necessità, da integratori alimentari e, in casi selezionati, da farmaci.
Attualmente in Italia sono disponibili due tipi di farmaci nella cura dell'obesità: Sibutramina e Orlistat. Mentre la prima agisce a livello cerebrale riducendo la pulsione ad alimentarsi, la seconda agisce nell'intestino impedendo l'assorbimento di una buona quantità di grassi. L'uso di tali molecole deve essere valutato caso per caso dallo specialista.
Dr. Massimo Murari
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