Pertosse o influenza? Come si fa la diagnosi?
Tutte le analisi e le indagini diagnostiche utili per la diagnosi di pertosse
Come capire se si tratta effettivamente di tosse convulsa

L’esame d’elezione è sicuramente un tampone (alla gola o al naso) necessario per praticare un test in laboratorio: si effettua cioè una coltura batterica alla ricerca del Bordetella pertussis, il batterio, per l’appunto, responsabile dell’infezione. Questo esame però va bene nelle prime due settimane di malattia, quando cioè si è ancora nella fase definita “catarrale” facilmente confondibile con sindromi influenzali. Oltre queste due settimane il test è meno affidabile.
Preziosa può essere anche la PCR (Reazione a catena della polimerasi): si effettua sempre da una campione di muco tra le 0 e le 3 settimane dall’insorgenza della tosse. E’ un’analisi utile a conferma della diagnosi e per individuare il ceppo preciso di Bordetella pertussis.
Spesso inoltre il medico può prescrivere unacomune analisi del sangue: come è noto, un aumento dei globuli bianchi significa che c’è in corso un’infezione, ma in più si possono fare dei test sierologici, alla ricerca di anticorpi specifici. Gli anticorpi possono essere positivi anche dopo 12 settimane dall’inizio della tosse. Ma questa ricerca è ottimale nei bambini piccoli non vaccinati, mentre per gli adulti o i ragazzini già vaccinati, il test può dare risultati più difficili da interpretare.
Ci sono poi i raggi x, estrema ratio, laddove ci sia il sospetto che la pertosse si sia complicata con una polmonite ed accumulo di liquidi nei polmoni.
Foto: Flickr
Fonte: Cdc.gov
A cura di Cinzia Iannaccio, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2007, blogger, specializzata nel settore della salute e del benessere.
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