Te lo leggo dalle mani!!!
La mano anche mezzo di espressione e non solo sede di malattie
Grazie alle mani siamo diventati intelligenti. Se non fosse stato per la loro capacità di afferrare e manipolare gli oggetti, infatti, il nostro cervello, secondo una delle teorie più accreditate, non si sarebbe sviluppato.
Il pollice opponibile e le mani libere dalla deambulazione hanno accompagnato la nostra evoluzione permettendoci di costruire, modellare e affinare di conseguenza la nostra intelligenza. La mano non è solo un mezzo di lavoro o la sede di patologie, infatti la mano nei millenni non ha perso il suo fascino, tanto da far nascere la credenza che la vita dell’uomo fosse scritta sui suoi palmi. Secondo la chiromanzia, linee, solchi e monti impressi sulle mani possono infatti svelare stati d’animo, tratti della personalità e dare indicazioni sul futuro. La mano, spesso, è anche simbolo divino, si stringe, si impone, si chiede, si dà e si dipinge. E’ quello che fanno le donne musulmane prima della cerimonia nuziale.La mano permette con la postura, i gesti, l’orientamento di rilevare le intenzioni altrui. Le mani non sono solo sede di patologie ma permettono di “dire” cose più di qualsiasi discorso. Alzare una mano in una riunione è per convenzione una richiesta di parola, ma in una discussione tra amici può essere un modo scherzoso per dire “parli così tanto che mo tocca chiedere la parola”. Un altro esempio: alzare le mani con il palmo in avanti è un modo per dire “non voglio toccarti e farti del male”, ma lo usiamo anche per scusarci, per esempio, quando siamo in auto.
Con le mani è possibile esprimere anche una contraddizione o uno stato di nervosismo. Ci accorgiamo spesso di quanto sia importante nella comunicazione la fusione tra le parole e la gestualità delle mani quando le cose non concordano. Se si riflette un attimo quante volte vediamo che chi vuole continuare a parlare continua a gesticolare. Al contrario, abbassare le mani e il tono di voce indica chi si prepara a dare la parola ad un altro. Non dobbiamo dimenticare che gesti, movimenti o posture delle mani possono anche una spia dello stato d’animo. Un esempio: pensiamo ai gesti di “automanipolazione” che le persone fanno quando si trovano in uno stato di tensione, per esempio durante un esame o in una sala d’attesa. Ognuno ha i suoi. C’è chi si gratta, chi gioca con baffi o capelli, chi manipola penne o accendini. Sono gesti non consapevoli, che favoriscono lo stato della tensione. Come portarsi il pollice alle labbra, mordicchiandone la punta è segno di apprensione. Lo stesso vale per il gesto di passare velocemente la lingua sul labbro inferiore. Stringere convulsamente qualcosa tra le mani esprime rabbia e collera. Pizzicarsi il volto o il collo è segno di ansia.
La mano è pertanto un mezzo di espressione! Permette di esprimere rabbia con i muscoli delle mani quando sono tesi, le mani possono essere chiuse a pugno. Anche la comunicazione con le mani entra in gioco nella seduzione. Alcuni gesti hanno un significato preciso, sono paragonabili a vere e proprie frasi. Dobbiamo però ricordarci che un semplice gesto può avere un significato diverso a secondo delle località. Pensi al banale nostro gesto “Ma che vuoi?”, con le dite unite, in Tunisia invece significa: ”Aspetta”.
Il gesticolare mentre parliamo può servire a dare una sorta di “punteggiatura” alle frasi, oppure a illustrare o enfatizzare quello che stiamo dicendo. Spesso volgari, altre volte divertenti: sono i gesti volontari, nei quali si fa uso prevalentemente delle mani e delle braccia. Più che emozioni, le mani trasmettono informazioni che rafforzano quello che si sta dicendo. Sono spesso legati alla tradizione culturale di un popolo: basti pensare alle dita incrociate per augurare buona fortuna e protezione: probabilmente derivano dal segno di croce che faceva il devoto per scacciare il male. Anche fare marameo, gesto della “presa in giro”, ha un’origine antica: lo inventarono i giullari medioevali per rivolgersi al pubblico. L’insulto del dito medio, noto già ai Romani con il nome di digitus impudicus, è un simbolo fallico ed esprime una minaccia. Altri gesti sono più recenti, come la “V” per vittoria, resa famosa da Wiston Churchill che così incitava gli inglesi durante la seconda guerra mondiale.
Ma causa di ciò sempre maggior riscontro ha nella cittadinanza la necessità di conoscere anche le patologie della mano e quindi di essere curata. Il numero di interventi per le malattie che colpiscono le mani è in continua crescita presso l’ospedale Gravina di Caltagirone, con accessi che non si limitano, come provenienza, solo al territorio del calatino ma giungono anche dal territorio nisseno, ibleo, aretuseo, etneo ed ennese. Patologie come malattia di Dupuytren, dito a scatto, STC, rizoartrosi, cisti artrogena sono trattate regolarmente con notevole affluenza. L’U.O. di Ortopedia del Gravina, con la Chirurgia della Mano, è stata inserita in un progetto di gruppo di lavoro multicentrico per la cura e il trattamento delle patologie reumatiche, avente come centro pilota e di riferimento regionale un centro universitario siciliano.
Dott. Giuseppe Internullo
Specialista in Ortopedia
Via Romano, 24 CALTAGIRONE (CT)
Per informazioni 0933-23843
www.chirurgiadellamanocatania.it