Curarsi con la luce: quando la depressione dipende dall’illuminazione

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Curarsi con la luce: quando la depressione dipende dall’illuminazione

18-02-2014 - scritto da neuropsicoclinica

Curarsi con la luce: quando la depressione dipende dall’illuminazione
Tanti sono i fattori che, in varia misura, concorrono al benessere psicofisico della persona, quasi tutti facilmente manipolabili per cui ben si può dire che siamo noi stessi i responsabili del nostro benessere psicofisico nella misura in cui ci assoggettiamo intenzionalmente ad un certo programma alimentare o modifichiamo un determinato stile di vita.

Gli unici fattori non manipolabili sono quelli meteorologici come l’alternanza delle stagioni, l’irraggiamento solare, le escursioni termiche, la pressione atmosferica e l’azione e la variazione degli agenti atmosferici. Tali fenomeni influiscono significativamente sul benessere personale tanto da causare, in certi soggetti più sensibili, specifiche meteoropatie, disturbi determinati dall’influenza di fenomeni meteorologici sul nostro organismo.

Il fenomeno meteorologico di maggior portata per la modificazione e lo sviluppo del ciclo vitale degli esser umani è la luce solare. Il nostro organismo riceve l’intera gamma delle onde luminose attraverso la pelle e attraverso gli occhi. Le radiazioni che penetrano attraverso gli occhi vengono trasformate in impulsi elettrici e trasmessi tramite il nervo ottico al cervello. Quando gli impulsi raggiungono l’ipotalamo si assiste ad un incremento della serotonina, neurotrasmettitore deputato, tra l’altro, al controllo del tono dell’umore, mentre a livello dell’epifisi inibiscono la produzione di melatonina, un ormone sensibile al ciclo luce-buio. Pur riconoscendo che il meccanismo dell’azione della luce sul cervello sia scientificamente ancora poco conosciuto, l’evidenza clinica riscontra una significativa alterazione del tono dell’umore in presenza della variazione della quantità di luce a cui la persona è esposta.

Infatti il tono dell’umore sembra diminuire quanto più ci si allontana dall’equatore per cui possiamo trovare un maggior numero di persone più tristi nelle regioni nordiche che nelle regioni meridionali e parimenti un maggior buonumore d’estate che d’inverno. Inoltre vari esperimenti hanno evidenziato variazioni dell’umore e dell’efficienza in persone che vivono per gran parte della giornata in ambienti illuminati artificialmente, in quanto le lampade convenzionali, presentando uno spettro alterato e riproducendo solo una parte delle lunghezze d’onda della luce naturale, possono costituire uno stimolo stressante per l’organismo.

La mal illuminazione è una condizione analoga alla mal nutrizione. Una carente esposizione alla luce solare durante il periodo autunno-inverno procura a certi soggetti un decremento così importante del tono dell’umore tanto da diagnosticare un “disturbo dell’umore ad andamento stagionale” o SAD, Seasonal Affective Disorder, come lo definiscono i clinici statunitensi. Si tratta di una forma di depressione a ricorrenza stagionale, tipica psicopatologia di origine meteoropatica, che esordisce solitamente durante la stagione autunnale con remissione a primavera avanzata, anche se in tanti casi l’esordio viene posticipato con inizio in inverno e risoluzione in estate. Le persone che soffrono di depressione ad andamento stagionale accusano, durante tale periodo, mancanza di energia, affaticabilità, basso desiderio sessuale, sonnolenza oppure difficoltà di risveglio mattutino, aumento dell’appetito con particolare predilezione di dolciumi o pasta (fame di carboidrati), aumento ponderale, riduzione della produttività e tendenza all’evitamento e al ritiro sociale. Spesso le donne riferiscono anche un peggioramento della “sindrome premestruale”.

Talvolta certi sintomi si presentano in forma contraria, comunque disturbante rispetto a quanto avviene nei mesi estivi, ad esempio anziché sonnolenza una persona può riferire insonnia. Tali sintomi richiedono comunque sempre una accurata valutazione clinica da parte di un esperto psicoterapeuta al fine di formulare una diagnosi corretta e differenziale rispetto a patologie affini, tenendo presente che i sintomi possono essere anche attivi in forma minore e in una fascia temporale più ristretta (da gennaio a marzo) talché la depressione stagionale viene diagnosticata a livello subclinico, sotto forma di “winter doldrums” o “winter blues”.

Sembra infatti che l’esposizione alla luce come terapia incida sui livelli ematici della melatonina e abbassandoli, aumenti l’efficacia della serotonina e di altri neurotrasmettitori correlati inversamente alla sintomatologia depressiva. Al tempo stesso la somministrazione di luce solare anticipa l’orologio biologico che regola il ritmo veglia-sonno che nei pazienti depressi pare abbia una desincronizzazione interna in ritardo di fase rispetto all’ambiente esterno per cui l’organismo non sarebbe in grado di adattarsi prontamente alle rapide variazioni del fotoperiodo.

Le prospettive terapeutiche di curarsi con la luce sembrano oggi più elevate di quanto si poteva un tempo immaginare se soltanto si pensa alle prime parole del racconto biblico della creazione per cui senza sole non c’è luce e senza luce non c’è vita. Si consiglia pertanto, in ogni mese dell’anno, di esporsi alla luce, specialmente quella del primo mattino (per questo ci si alza mezz’ora prima), a finestra aperta o passeggiando almeno per 30 minuti al giorno in direzione della luce.

In alternativa si può ricorrere alla light therapy (la terapia della luce o fototerapia): un trattamento terapeutico non farmacologico di prima scelta che consiste nella somministrazione di intensi livelli di luce tramite un sofisticato sistema di illuminazione, composto di speciali tubi fluorescenti ad avanzata tecnologia, che diffondono, attraverso uno schermo a piano inclinato, luce ad ampio spettro, sovrapponibile a quello solare, con temperatura dei colori identica a quella diurna (5500° Kelvin) e indice di resa del colore da 91% al 96%. Tale apparecchiatura psico-sanitaria, in possesso di qualificati professionisti certificati (psicoterapeuti o psichiatri), viene utilizzata ambulatoriamente anche per certe psicopatologie umorali ad andamento ciclico come per esempio il “disturbo disforico premestruale”.

Paolo Zucconi, psicoterapeuta comportamentale a Udine
liberalmente tratto da “Il manuale pratico del benessere, Ipertesto editore, pag. 195
Categorie correlate:

Psiche, psicologia




Dr Paolo G. Zucconi
Specialista in Psicoterapia cognitiva e comportamentale
Certificato Europeo di Psicoterapia (E.C.P.)
con Master universitari in
Sessuologia clinica, Fitoterapia e Nutrizione
diplomato in:
Naturopatia olistica e Ipnosi clinica
STUDIO DI NEUROPSICOLOGIA CLINICA, SESSUOLOGIA E PSICOTERAPIA
UDINE-V.LE VENEZIA 291-TEL. 0432/233006

Profilo del medico - neuropsicoclinica

Nome:
PAOLO ZUCCONI
Comune:
UDINE
Telefono:
0432/ 233.006
Professione:
Medico in casa di cura privata
Specializzazione:
Psicologia, Scienze dell'alimentazione, Medicina alternativa, PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE E SESSUOLOGIA CLINICA
Contatti/Profili social:
sito web


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