Diagnosi precoce in schizofrenia

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Diagnosi precoce in schizofrenia

18-02-2014 - scritto da neuropsicoclinica

Diagnosi precoce in schizofrenia
Oggi pare possibile tentare di individuare la schizofrenia o anche altre malattie mentali, prima che queste si manifestino in modo conclamato attraverso la tipica sintomatologia florida (caratterizzata per lo più da deliri e allucinazioni).

Il vantaggio della diagnosi precoce è quello di poter intervenire tempestivamente ed in modo mirato, influenzando così favorevolmente il decorso della malattia mentale, in alcuni casi bloccarlo prima della sua insorgenza. Le procedure di valutazione clinica indirizzate alla diagnosi precoce tengono prevalentemente in considerazione 3 classi distinte dei seguenti segnali indicatori, per la cui detezione il diagnosta (psichiatra o psicoterapeuta) si serve del colloquio clinico con i soggetti a rischio e i loro familiari, dell’osservazione sistematica comportamentale della persona valutata e di specifici esami psicometrici e questionari, estesi anche ai familiari.

La prima classe di segnali indicatori riguarda i segni premonitori osservabili nella fase prodromica. Infatti la maggior parte dei soggetti, prima di manifestare i sintomi inequivocabili della fase florida, attraversa, durante l’adolescenza o nella prima età adulta, un periodo critico caratterizzato da vari segni premonitori che evolvono con modalità lenta e graduale. Tali segni prodromici, solitamente conseguenti ad un eventuale evento stressante di tipo perdita, fanno riferimento a: immotivato ritiro sociale, perdita di interesse nella scuola, nel lavoro o in altre attività prima coinvolgenti, deterioramento nell’igiene personale, nell’aspetto o nell’ordine, scoppi di rabbia incontrollata, comportamenti inusuali o strani, mancanza di continuità nel perseguire decisioni o impegni spontaneamente presi (cambiamento immotivato del corso di studi o del lavoro), impegno in iniziative o attività insolite o inutili, cambio repentino di abitudini, inadeguatezza nell’esprimere emozioni, discorsi strani e poco comprensibili, ostilità immotivata verso i familiari, difficoltà di concentrazione, preoccupazione esagerata per la propria salute o convinzione di avere malattie fisiche senza un’accertata base organica, alterazioni del sonno, disordini alimentari (alimentazione irregolare, eccessiva o ridotta).

La seconda classe di possibili segnali indicatori fa riferimento ai “Sintomi di Base”. Secondo il modello esplicativo cognitivo-comportamentale si ipotizza che la persona con maggior probabilità di sviluppare i sintomi psicotici abbia una vulnerabilità psicobiologica preesistente. Ora tale vulnerabilità può essere individuata attraverso determinati indicatori soggettivi di tipo fenomenologico, presenti, anche per anni in fase prodromica ma raramente riferiti nell’ambito dell’esame psichiatrico convenzionale. Riguardano determinati sintomi dell’esperienza con carattere di disturbo e non osservabili dall’esterno, come la perdita del controllo e degli automatismi, certi disturbi della percezione, del pensiero, della memoria, della motricità e delle funzioni vitali, sovrabbondanza di stimoli, sfiducia e paura del futuro. Sono questi diretta espressione del substrato neurobiochimico della malattia e sono considerati gli antecedenti delle allucinazioni, dei deliri e di una sofferenza più stabile, nel senso che sia la sintomatologia florida, sia “i sintomi negativi”, più ampi e maggiormente invalidanti, che permangono più a lungo, sorgono come reazione individuale a tali esperienze soggettive.

Infine tra i segnali premonitori si riscontrano quelli che possono essere raccolti dall’anamnesi familiare ed individuale. Considerata la probabilità statistica che hanno i figli di malati mentali a contrarre una qualche forma di psicosi, uno degli indicatori su cui basarsi nelle procedure di diagnosi precoce è la storia familiare associata a determinate caratteristiche relativamente stabili del soggetto, evidenti in età infantile e/o adolescenziale.

Queste caratteristiche ineriscono ad un comportamento anassertivo passivo (tradizionalmente definito timido), introversione, ipereccitabilità, deficit nella soluzione di problemi, difficoltà di fronteggiare eventi stressanti, presenza di compromissioni neurologiche. Più recentemente la ricerca ha riscontrato, quale ulteriore indicatore di vulnerabilità alla malattia mentale, l’intolleranza all’incertezza, spesso presente nei soggetti molto ansiosi. Infine un accertato disturbo schizoide, schizotipico o paranoide di personalità sono indici che, già di per sé, possono far prevedere un esito psicotico.

Paolo Zucconi, psicoterapeuta a Udine
liberamente tratto da: Paolo Zucconi, Il Manuale pratico del benessere, Edizioni Ipertesto, pag. 360
Categorie correlate:

Psiche, psicologia




Dr Paolo G. Zucconi
Specialista in Psicoterapia cognitiva e comportamentale
Certificato Europeo di Psicoterapia (E.C.P.)
con Master universitari in
Sessuologia clinica, Fitoterapia e Nutrizione
diplomato in:
Naturopatia olistica e Ipnosi clinica
STUDIO DI NEUROPSICOLOGIA CLINICA, SESSUOLOGIA E PSICOTERAPIA
UDINE-V.LE VENEZIA 291-TEL. 0432/233006

Profilo del medico - neuropsicoclinica

Nome:
PAOLO ZUCCONI
Comune:
UDINE
Telefono:
0432/ 233.006
Professione:
Medico in casa di cura privata
Specializzazione:
Psicologia, Scienze dell'alimentazione, Medicina alternativa, PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE E SESSUOLOGIA CLINICA
Contatti/Profili social:
sito web


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