Dieta e cancro
Vari studi mostrano una sensibile variazione dei tassi di incidenza (numero dei nuovi casi di malattia) della patologia tumorale fra le popolazioni dei paesi occidentali (che sempre più ricorrono ad un modello dietetico “americano”) e quelle dei paesi asiatici (che seguono regimi alimentari ricchi di vegetali, frutta e spezie), a riprova del fatto che i fattori dietetici risultano importanti per la manifestazione (oltre che per la progressione) della patologia tumorale. Se, come afferma il Prof. Veronesi (Umberto Veronesi. La salute sta nel piatto. In: Guida alla prevenzione: l’Alimentazione. 2008; vol. X), il 30% dei tumori è legato al fumo, un altro 30% è certamente legato ad una cattiva alimentazione. Per questo motivo, intervenendo sui fattori alimentari si può contrastare lo sviluppo tumorale. Tra l’altro, un corretto modello alimentare permette di combattere anche i processi di invecchiamento cellulare. A tal proposito, oggi si inizia a parlare di “active ageing”, cioè di invecchiamento attivo, di successo, con l’obiettivo principale di consentire il mantenimento di una vita esente, per quanto possibile, da fragilità e da patologie cronico-degenerative.
Per tutte queste ragioni, negli ultimi anni, si sta facendo strada la “nutrigenomica”, che rappresenta un nuovo campo di ricerca e che riguarda l’interazione che intercorre fra alimenti e patrimonio genetico (interazione cibo-DNA). Una particolare attenzione viene dedicata agli effetti nocivi dei cibi e agli “junk foods” (letteralmente “cibi immondizia”), che minano la salute interferendo negativamente con la catena alimentare. Dal lato opposto, vengono esaltati gli effetti protettivi di numerosi alimenti. È possibile identificare vegetali, frutta e spezie che manifestano una notevole attività antitumorale, grazie alla presenza al loro interno di composti attivi, noti come “nutraceutici”. La nutraceutica è una branca della medicina nutrizionale, correlata con la nutrigenomica; il termine “nutraceutica” deriva dalla contrazione delle parole “nutrizione” e “farmaceutica”. Secondo questa disciplina, le abitudini dietetiche e il cibo diventano il rimedio principale per la cura delle malattie e il mantenimento dello stato di benessere.
Di seguito alcuni degli “alicamenti” (prodotti da tavola con effetto antitumorale) più studiati: agrumi, mele, melagrana, frutti di bosco, uva, vino rosso, cipolla, aglio, finocchio, tè verde, camomilla, soia e derivati, curcuma longa (spezia asiatica, facilmente reperibile anche nei supermercati italiani), pesce (alcune varietà), cioccolato fondente, olio extravergine d’oliva, semi di lino, peperoncino piccante, verdure crocifere (ad esempio broccoli, cavolo, verza), pomodori, cardo mariano (pianta erbacea tipica del Bacino del Mediterraneo).
Dott.ssa Giorgia Galasso,
Biologa Nutrizionista, Specializzanda in Scienza dell’Alimentazione
giorgiagalasso@libero.it