I rischi psicologici della comunicazione on line

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I rischi psicologici della comunicazione on line

15-03-2014 - scritto da neuropsicoclinica

I rischi psicologici  della comunicazione on line
Se Internet, per il suo utilizzatore abituale e voluttuario (non professionista), comincia a diventare una esperienza intensa, durevole e frequente, allora c’è il rischio che si creino condizionamenti, prevalentemente cognitivi, che si distinguono in base al tipo di utilizzo e in relazione ai rinforzi ricevuti. Tra questi sembrano più frequenti quelli derivanti da certe peculiarità, che fanno di Internet un mondo diverso da quello realmente vissuto:

1. La facilità di accesso con cui oggi si fruisce e si entra, semplicemente con un click, nel mondo della realtà virtuale, avendo a disposizione solamente un computer e un modem, porta la persona che “naviga” spesso a dissociarsi facilmente dalla vita reale, a pensare che tutto, o quasi tutto, nella vita sia facilmente accessibile, magari ottenibile con poco o senza sforzo, così come si ottiene l’accesso a Internet e si naviga senza problemi né impegno alcuno.

2. La caratteristica pervasiva per cui quasi tutto è gratuito, come nel “paese dei balocchi”, porta alla pretesa irragionevole di gratuità: nella vita reale si paga quasi tutto ciò che in Internet si raggiunge gratuitamente. Per trasposizione nella realtà quotidiana dell’esperienza virtuale, tanti pretendono prestazioni gratuite, soprattutto consulenziali, solo perché abituati a non pagare informazioni richieste tramite l’uso di Internet, dove le ottengono senza spesa, spesso senza neppure dire grazie.

3. La caratteristica per cui in Internet non ci sono i limiti del mondo reale, legati prevalentemente alle convenzioni sociali, porta ad una serie di comportamenti trasgressivi e disinibiti durante la navigazione on-line, infrequenti nella realtà quotidiana italiana, come trattare con il “tu” qualunque interlocutore, chattare con facilità con sconosciuti, esibirsi eroticamente, usare sproloquio, vedere immagini di sesso esplicito.

4. L’anonimato infine, inteso pure in senso lato, tipico elemento chiave di Internet, porta determinate persone a pretendere di usufruire dalla propria abitazione, usando solo il telefono, una serie di vantaggi per i quali solitamente la persona comune esce di casa e raggiunge personalmente i luoghi reali dove formulare le proprie richieste, augurandosi di ottenerle, spesso dopo una serie di procedure convenzionali o burocratiche. Inoltre capita sovente di ricevere scritti, telefonate o incontrare persone che – proprio perché abituatesi virtualmente – evitano di esibire le proprie generalità anagrafiche o si presentano con dei “nome d’arte” come fossero dei “nick”.

L’assenza delle regole presenti nei modi di Internet, la facilità di passare disinvoltamente da un sito all’altro e la stessa copertura dell’anonimato portano le persone alla trasgressione virtuale, alla truffa e alla molestia sessuale (la cronaca giornalistica quotidiana riscontra sempre più tali fenomeni di costume), che possono anche debordare, disinvoltamente, dai confini virtuali e portare alla franca trasgressione delle convenzioni etico-sociali, se non del codice penale, particolarmente nei reati a sfondo sessuale.

Ricadute frequentemente più evidenti da parte di un utilizzo maladattivo di Internet derivano dal condizionamento per cui, anche nella vita quotidiana, può continuare il mondo virtuale, che comunque è fatto di persone, per cui le truffe iniziate in Internet si concludono realmente, come pure perdurano comportamenti di approccio marcatamente inappropriati ed incongrui, fino alle molestie sessuali più esplicite che possono sfociare anche in forme di violenza incontrollata verso l’altro, quando le pretese, alimentate dal “tutto è possibile” si scontrano con un rifiuto. Inoltre emozioni intense suscitate in certi siti, filmati hard, giochi e situazioni interattive virtuali rischiano di squilibrare il sistema emotivo delle persone e portano facilmente anche all’emulazione di quei modelli di rischio sperimentati virtualmente. Non tutte le persone che sperimentano una comunicazione on line, anche prolungata per durata ed intensità, vivono tuttavia la realtà con squilibri emotivi e fuori dalle regole convenzionali.

Prevalentemente ciò succede a persone psicologicamente ed evolutivamente più deboli, particolarmente sensibili e patologicamente predisposte: i clinici parlano, a questo proposito, di vulnerabilità biopsichica, la stessa che conduce certe persone a indebitarsi in internet, a giocare patologicamente d’azzardo o ad agiti, specie sessuali, abnormi.

A parte chi lavora con internet, chi ne abusa, con utilizzo eccessivo per durata e frequenza, lo fa per il piacere che ne deriva o , per dirla con gli psicologi, perché le sue navigazioni sono in qualche modo gratificate nell’immediato, quindi ne ricava piacere. Di fatto navigare in internet è pur sempre un piacere, se pur secondario, artificiale, ed è innegabile che i piaceri della vita favoriscono il tono dell’umore, il senso di benessere e di soddisfazione personale e contribuiscono ad incrementare la qualità della propria vita personale ed interpersonale. Quando poi il pensiero, a volte spinto dalle circostanze quotidiane, si sofferma sulla brevità della vita individuale, sulla sua precarietà e sulla ineluttabile impossibilità di replica siamo stimolati ad una maggior consapevolezza della realtà contingente ed i piaceri della vita, per pur pochi che siano, vengono ricercati e vissuti più intensamente. D’altra parte i terapeuti ci insegnano di ricercarli e riattivarli, quasi come una corroborante medicina naturale, quando il tono dell’umore scende o la qualità della nostra della vita inizia a scadere.

Solitamente le persone che si amano aspirano, per loro naturale tendenza, ad esperienze di piacere che la vita quotidianamente può offrire in quanto sono fonte di vantaggi personali come, per altro, evitano o cercano di ridurre, nei limiti del possibile, le situazioni dolorose e spiacevoli. Ma anche i piaceri della vita vanno cercati e goduti equilibratamente, per evitare di diventarne schiavi e di farci rovinare la vita da una ricerca spasmodica o da comportamenti d’eccesso che possono portare all’obesità, alla bulimia, all’alcolismo, al tabagismo, alla tossicodipendenza, al gioco d’azzardo patologico, a disfunzioni sessuali o a malattie sessualmente trasmesse. Così anche per Internet.

Paolo Zucconi, psicoterapeuta comportamentale a Udine
liberamente tratto da: Paolo Zucconi, Il Manuale pratico del benessere, Edizioni Ipertesto

Categorie correlate:

Psiche, psicologia




Dr Paolo G. Zucconi
Specialista in Psicoterapia cognitiva e comportamentale
Certificato Europeo di Psicoterapia (E.C.P.)
con Master universitari in
Sessuologia clinica, Fitoterapia e Nutrizione
diplomato in:
Naturopatia olistica e Ipnosi clinica
STUDIO DI NEUROPSICOLOGIA CLINICA, SESSUOLOGIA E PSICOTERAPIA
UDINE-V.LE VENEZIA 291-TEL. 0432/233006

Profilo del medico - neuropsicoclinica

Nome:
PAOLO ZUCCONI
Comune:
UDINE
Telefono:
0432/ 233.006
Professione:
Medico in casa di cura privata
Specializzazione:
Psicologia, Scienze dell'alimentazione, Medicina alternativa, PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE E SESSUOLOGIA CLINICA
Contatti/Profili social:
sito web


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