Le 6 cose che vorresti sapere sul parto in acqua. Spiegate dalla ginecologa

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Le 6 cose che vorresti sapere sul parto in acqua. Spiegate dalla ginecologa

01-11-2019 - scritto da Viviana Vischi

Il parto in acqua: un’esperienza naturale, dolce e molto emozionante. Con tanti pro, ma anche qualche controindicazione. Ne parliamo con l’esperta.

Il parto in acqua: un’alternativa all'epidurale?

 

“Un’esperienza davvero straordinaria.”

“E’ stato un momento magico, di cui conserverò un dolce ricordo per sempre.”

“Ripenso alla risalita del mio piccolino verso la superficie: è stato tutto incredibilmente naturale.”

 

Naturale, emozionante, dolce: ecco tre parole magiche che chi ha provato il parto in acqua usa spesso per descrivere l’esperienza vissuta. Un’esperienza definita anche “nascita dolce” che sempre più mamme scelgono di provare, spinte dal desiderio di accogliere al mondo il neonato nel modo più naturale possibile, quindi con un’insorgenza spontanea del travaglio, un minor ricorso all’epidurale e un mancato intervento ostetrico o del ginecologo sul perineo.

 

E tu, hai delle curiosità sul parto in acqua? Vorresti provare ma hai dei dubbi? Con l’aiuto di un’esperta rispondiamo alle 6 domande più frequenti che le donne rivolgono al ginecologo.

 

PARTO IN ACQUA: QUALI VANTAGGI PER MAMMA E BAMBINO?

In effetti il contatto delicato con l'acqua calda offre al piccolo, nel passaggio verso la vita extrauterina, sensazioni simili a quelle già provate nella pancia della mamma; e alla mamma procura un effetto rilassante sui muscoli del pavimento pelvico, con importanti ricadute benefiche:

 

  • Modifica la percezione del dolore tanto da fare minor ricorso all’analgesia epidurale e spinale;
  • Regola meglio le pause tra una contrazione e l’altra, riducendo la necessità di accelerare il travaglio.

 

Senza contare che, nell’acqua, la donna può compiere movimenti più agili che favoriscono la discesa del bambino nel canale del parto e, seguendo il suo istinto, può assumere quelle posizioni che possono aiutarla a gestire meglio le contrazioni: ad esempio a carponi, in ginocchio o seduta. 

 

COME FUNZIONA ESATTAMENTE IL PARTO IN ACQUA?

Per rispondere a questa domanda ci affidiamo all’esperienza sul campo della Dr.ssa Chiara D’Amico, specialista in Ginecologia e Ostetricia del Centro Medico Sempione di Milano.

 

Nell'intervista, la Dr.ssa Chiara D’Amico spiega tutte le fasi del parto in acqua, dall’ingresso della donna nella vasca al momento magico della nascita del bebè, compresa la gestione di un’eventuale emergenza.

 

IL PARTO IN ACQUA E’ SICURO?

Sì, purché la donna si affidi a un ospedale che regoli la procedura con protocolli rigorosi e con indicazioni precise sulla selezione delle pazienti, sul mantenimento dell’igiene delle vasche, sulle procedure di controllo delle infezioni, sul monitoraggio costante della mamma e del piccolo e sulle procedure da attivare immediatamente in caso di urgenza.

 

Va da sé – ma questo ogni mamma in cuor suo lo sa – che la sicurezza del neonato va anteposta alla sua autonomia e libertà di scelta.

 

 

E’ VERO CHE SAREBBE MEGLIO LIMITARSI AL TRAVAGLIO IN ACQUA, E POI USCIRE PER IL PARTO VERO E PROPRIO?

La questione è emersa dopo che, nel 2016, l’autorevole American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) ha evidenziato come non ci siano dati sufficienti per trarre conclusioni circa i benefici e rischi relativi all’immersione in acqua durante il secondo stadio del travaglio. L’ACOG ha poi concluso con una raccomandazione: che l’atto conclusivo, cioè il parto vero e proprio, avvenga a terra e non in acqua.

 

E dunque, come dovrebbe regolarsi una donna che volesse provare l’esperienza del parto in acqua? Dovrebbe sicuramente parlarne con il proprio ginecologo per fare una scelta informata, nonché – e torniamo al punto precedente - affidarsi ad ospedali con protocolli ben codificati.

 

COME SI PUO’ RICHIEDERE IL PARTO IN ACQUA E QUANTO TEMPO PRIMA?

Non si può richiedere a priori, nel senso che esistono una serie di indicazioni e controindicazioni al parto in acqua che vengono valutate da parte del personale medico dell’ospedale solamente a travaglio in corso. Quindi non è detto che, anche volendo partorire in acqua o anche solo trascorrere la prima fase nel travaglio in ambiente liquido, la donna possa poi effettivamente farlo.

 

Nell'intervista, la Dr.ssa Chiara D’Amico ci parla delle controindicazioni al parto in acqua.

 

IL PARTO IN ACQUA PUO’ ESSERE CONSIDERATO UN’ALTERNATIVA ALL’EPIDURALE?

Sì, se la donna ha timore del dolore e desidera provare un tipo di parto diverso, una volta accertato che ha i requisiti per farlo può provare a “concedersi” questa alternativa.

 

Nell'intervista, la Dr.ssa Chiara D’Amico ci parla del parto in acqua come alternativa all’epidurale.

 


 

 

La Dr.ssa Chiara D'Amico, specialista in Ginecologia e Ostetricia, riceve presso il Centro Medico Sempione di Milano. Per contattarla, clicca qui.

 


 

Per approfondimenti puoi consultare:

https://www.sip.it/wp-content/uploads/2017/12/Pediatria7_14-17.pdf

https://www.acog.org/Clinical-Guidance-and-Publications/Committee-Opinions/Committee-on-Obstetric-Practice/Immersion-in-Water-During-Labor-and-Delivery



A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
Profilo Linkedin di Viviana Vischi
 

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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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