Non siamo tutti Discalculici!

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Non siamo tutti Discalculici!

27-01-2014 - scritto da Prof.ssa Daniela Lucangeli

Non siamo tutti Discalculici!
Francesco arriva in consultazione all’età di 8 anni mentre frequenta il terzo anno della scuola primaria. Si presenta come un bambino curato e ben vestito, ma con uno sguardo un po’ impaurito. Durante il primo colloquio i genitori riportano che le difficoltà in matematica sono presenti sin dall’inizio della scuola primaria e che il bambino ha già seguito un percorso di recupero a scuola senza ottenere miglioramenti significativi.

Dopo aver permesso a Francesco di conoscere l’ambiente e di comprendere che non lo avremmo messo in difficoltà, ma avremmo cercato di capire come aiutarlo, abbiamo iniziato la valutazione. Attraverso una valutazione delle abilità matematiche di Francesco, emergono delle sostanziali difficoltà a carico di diverse competenze numeriche. Francesco fatica a capire quale tra due numeri è il più grande e a ordinare una serie di numeri in base alla quantità che rappresentano; è incerto anche quando deve scrivere dei numeri sotto dettatura (in particolare se questi contengono delle centinaia) e quando deve ricomporre dei numeri a partire dalle loro componenti (unità, decine e centinaia). Per quanto riguarda l’area del calcolo, Francesco presenta evidenti incertezze. Infatti, nel calcolo scritto, non riesce a svolgere le divisioni ed incolonna i numeri in modo molto confuso e nel calcolo a mente, Francesco è in grossa difficoltà tanto da utilizzare ancora il conteggio sulle dita. Nonostante queste difficoltà in ambito matematico, il livello intellettivo generale di Francesco risulta essere nella norma.

Il profilo d’apprendimento di Francesco è compatibile con un quadro di Discalculia Evolutiva o siamo di fronte ad un caso di difficoltà d’apprendimento matematico? Il punto fondamentale è che non possiamo ancora rispondere a questa domanda. Lo strumento principale che ci permette di distinguere tra una condizione di difficoltà ed una di disturbo è la resistenza al trattamento. I bambini con difficoltà d’apprendimento tendono a migliorare in modo rapido e significativo una volta intrapreso uno specifico percorso di potenziamento. Al contrario, i bambini con Discalculia evolutiva mostrano una evidente resistenza al trattamento: anche loro migliorano ma in maniera meno sensibile e più lentamente.

Abbiamo, allora, deciso di sospendere il giudizio e di iniziare a sostenere Francesco nel suo apprendimento matematico presso il Polo Apprendimento. Oltre al lavoro sull’apprendimento matematico, volevamo anche aiutare il bambino a costruirsi un’immagine maggiormente positiva di sé stesso come studente, aiutarlo a sentirsi maggiormente efficace nel processo di apprendimento e più consapevole delle proprie difficoltà, ma anche dei propri punti di forza.

Rispetto al potenziamento in ambito matematico questi i principi che ci hanno guidato. Il potenziamento, come dice Thomas Scruggs, è un meccanismo di aiuto. Lo studioso spiega questo facendo riferimento alla metafora della scala: la scala rappresenta un qualsiasi apprendimento, la capacità che un individuo ha di evolvere. Per insegnare ad un bambino a salire una scala puoi mettere in atto tre livelli di aiuto: esposizione, facilitazione e potenziamento. L’esposizione richiede solamente che l’educatore organizzi l’ambiente in modo da facilitare un nuovo apprendimento (nella nostra metafora ponga il bimbo di fronte ad una scala). Ci sono però delle situazioni in cui questo non basta a favorire un nuovo apprendimento e quindi l’educatore deve porsi come mediatore; in questi casi può decidere di facilitare il compito: abbassa la scala, o mette un corrimano: sta rendendo più semplice il raggiungimento del successo a quel bambino. Se questo non funziona, però, bisogna capire cosa sta ostacolando lo sviluppo di quell’apprendimento. Sempre all’interno del nostro esempio un bambino può fare fatica a salire una scala perché ha scarso equilibrio ad esempio; allora l’educatore deve allontanarlo momentaneamente dalla scala e allenare l’equilibrio, per poi porlo nuovamente di fronte alla scala: a quel punto il bambino riuscirà a salire la scala. Questo si rifà anche al concetto di Vygotsky di zona di sviluppo prossimale: se noi otteniamo il massimo di plasticità di una funzione aiutiamo ciascuno a raggiungere il meglio e il massimo del suo potenziale.
Questi sono i principi che ci hanno guidato nel lavoro con Francesco.

Francesco ha frequentato il Polo un’ora ogni settimana per tre mesi e si è approcciato al lavoro con entusiasmo e motivazione.

Gli obiettivi di lavoro che ci siamo dati sono stati:
1. Potenziare gli aspetti di base del numero (la capacità di riconoscere la quantità, l’uso delle regole posizionali del nostro sistema numerico…)
2. Favorire strategie di calcolo mentale più funzionali.
3. Sostenere l’enumerazione in avanti e indietro.

Alla fine del percorso di potenziamento Francesco è stato sottoposto ad una attenta valutazione da cui sono emersi dei miglioramenti significativi, in particolare nel calcolo mentale e scritto. Questi miglioramenti hanno fatto sì che le prestazioni di Francesco ora si collochino al di fuori del rischio di disturbo. Data la modificabilità del profilo si propende, quindi, per un profilo di difficoltà nell’area del calcolo e non di Discalculia. E’ sicuramente importante aiutare Francesco a continuare a consolidare gli aspetti dell’apprendimento matematico che non gli sono chiari, ma la prognosi è positiva: Francesco continuerà ad incontrare qualche difficoltà in matematica ma pian piano, attraverso la normale didattica ed un potenziamento mirato, si costruirà delle basi più solide su cui poggiare le conoscenze matematiche che la scuola gli fornirà.

Il lavoro con questo bambino e con molti altri come lui ci ha fatto capire come sia importante non porre diagnosi affrettate, ma lavorare con i bambini cercando di potenziare con le metodologie che la scienza ci dice efficaci il loro apprendimento e verificare il miglioramento che otteniamo. Solo dopo aver fatto questo si può porre una diagnosi di disturbo dell’apprendimento.


Daniela Lucangeli
Professore Ordinario di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione Università di Padova
Direttore scientifico centri Polo Apprendimento italiano www.poloapprendimento.it

Profilo del medico - Prof.ssa Daniela Lucangeli

Nome:
DANIELA LUCANGELI
Comune:
PADOVA
Professione:
Universitario
Occupazione:
Prof. Ord. Psicologia sviluppo educazione Univ. Padova, D. S. centri Polo Apprendimento italiano
Specializzazione:
Psicologia
Contatti/Profili social:
sito web


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