Perdita dell'udito: cosa ti perdi e come rimediare

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Perdita dell'udito: cosa ti perdi e come rimediare

12-06-2018 - scritto da Cinzia Iannaccio

Migliorare il tuo udito è possibile: grazie all'impiego di apparecchi acustici sempre più tecnologici e personalizzati potrai riscoprire davvero i piaceri della vita.

L’apparecchio acustico: un’opportunità per la tua vita.

 

Io ci sento benissimo, siete voi che parlate piano! E poi l'apparecchio acustico è roba da sordi e i miei amici che li hanno dicono che non funzionano bene e sono complicati!

 

Anche tu ti ritrovi a dire queste parole ad una persona cara che si preoccupa del tuo udito o si lamenta del volume della tua tv sempre troppo alto? Lo pensi veramente? Probabilmente sì, ma in qualche modo sai che non è vero fino in fondo, che un problema c'è e non hai voglia di affrontarlo. Non sei l'unico.

 

Se vogliamo parlare di numeri, sappi che la perdita dell’udito (lieve, moderata o grave) colpisce 1 persona su 6 di tutte le età e 1 adulto ogni 3 oltre i 60 anni. Non lasciarti coinvolgere da inutili e datati pregiudizi. Informati, rivolgiti a un centro audiologico specializzato e scopri come può migliorare la qualità della tua vita sentendoci meglio!

 

Rifletti su cosa ti perdi!

 

Sento tutto quello che mi interessa! E al cinema non ci vado più perché non fanno più film decenti da secoli!

 

Molte persone con deficit dell'udito fanno affermazioni di questo tipo. Tendono a negare di avere un problema di perdita dell’udito per questioni di autostima, testardaggine, paura di essere guardate e trattate in modo diverso o perché non si rendono effettivamente conto della situazione.

 

Questo accade soprattutto nelle persone più anziane, in cui la sordità arriva in modo lento e graduale. Anzi: spesso non è che non sentono nulla, piuttosto non capiscono un discorso completo, perché perdono la capacità di captare alcune consonanti o frequenze alte, come può essere una voce femminile o quella di un bambino.

 

Ed ecco che sorgono problemi in famiglia e nelle relazioni sociali o nel tempo libero.

 

  • Mia moglie mi ha stancato: dice che non l'ascolto. In realtà è lei che si dimentica di dirmi le cose, meglio leggere un libro che stare con lei.
  • No grazie, non vengo al concerto: in quel teatro c'è una pessima acustica, l'ultima volta sentivo più rumori che suoni melodici.

 

Senza averne consapevolezza ci si isola e si perde il piacere di godere di determinate situazioni, quelle stesse che prima rendevano felici, sereni, rilassati: due chiacchiere con i nipotini o gli amici di sempre, il suono delle campane che evoca ricordi d’infanzia, il cinguettare degli uccellini che rasserena l’anima, il gorgoglio della caffettiera, che sa di calore, di famiglia, di casa.

 

Da soli e senza stimoli comunicativi sorgono numerosi rischi per la salute: lo insegnano anche studi scientifici ad hoc. Ad esempio? Nell'isolamento acustico e sociale è facile cadere in depressione, sentirsi inutili e perdere autostima. E' pericoloso guidare perché può non essere captato il suono di un clacson. Anche fare una passeggiata nella natura può diventare complicato: senza l'udito si può perdere una parte della capacità di equilibrio e si rischia di cadere. Non solo: in assenza dei fisiologici stimoli del suono e della comunicazione interpersonale alla lunga si aumenta il pericolo di sviluppare una forma di demenza.

 

Perché rinunciare alla propria indipendenza? I problemi si affrontano e si superano, magari con l'aiuto di un amico! E in caso di perdita dell’udito, un apparecchio acustico può diventarlo davvero.

 

Cos'è un apparecchio acustico e come funziona?

Si tratta di un dispositivo progettato per migliorare la qualità dell'udito in chi ha determinati tipi di deficit.  Le cause della sordità possono suddividersi in tre grandi gruppi a seconda della parte dell'apparato uditivo coinvolta. Abbiamo così una sordità di tipo trasmissivo (è il caso in cui un'infiammazione come l'otite o un tappo di cerume ostacolano il passaggio dei suoni, in genere all'altezza dell'orecchio medio), una forma di tipo neurosensoriale ed una mista (che le comprende entrambe).

 

Nella sordità neurosensoriale il danno colpisce solitamente la coclea e i nervi acustici (orecchio interno): il deficit è progressivo e in genere chi ne è colpito ha anche difficoltà a rendersene conto, se non dopo anni. Questo tipo di ipoacusia è la più comune, ma è anche quella che trae maggiore giovamento dall'impiego di apparecchi acustici.

 

Gli apparecchi acustici non sono tutti uguali e oggi la tecnologia e l'approccio multidisciplinare all'ipoacusia li rendono altamente personalizzabili e regolabili per tutti i gradi di deficit e per ogni stile di vita. Senza contare che sono sempre più piccoli, anche invisibili, senza fili, multifunzione e facili da gestire.

 

Da quando ho deciso di mettere un apparecchio acustico finalmente sono uscito da quella bolla ovattata che l'ipoacusia comporta. Sono tornato ad essere protagonista della mia giornata e non un semplice spettatore passivo. E' cambiato il mio modo di guardarmi allo specchio. Mi sono reso conto che non importa come ti guardano gli altri, ma ciò che vale è come ti senti tu. Ogni giorno, in ogni passeggiata, in ufficio o al mercato riesco ad avere nuovi stimoli ed emozioni. Avevo dimenticato la bellezza delle parole inserite in un dialogo. Ne capivo la metà.

 

Questa è solo una delle testimonianze di chi è tornato a sentire grazie ad una protesi acustica. Perché privarti di questa preziosa opportunità? Basta rivolgerti a un centro qualificato per impostare un percorso verso la piena riconquista di ciò che sei.

 

Come scegliere un centro specializzato

Oggi l'approccio all'ipoacusia è decisamente multifattoriale e multidisciplinare. Nella scelta del centro specializzato a cui rivolgerti devi verificare che ci siano professionisti qualificati, che ti sappiano spiegare bene tutto, dal tipo di dispositivo più adatto a come indossarlo, toglierlo o pulirlo, ma che soprattutto sappiano ascoltare le tue difficoltà e necessità sia prima che dopo l'applicazione dell'apparecchio acustico.

 

In primis è necessario un medico che ti faccia una diagnosi, un audiologo che stabilisca con precisione le cause della tua ipoacusia e un tecnico audioprotesista con il quale scoprire le emozioni di nuovi suoni. Sarà lui che potrà anche risolvere eventuali difficoltà di ascolto.

 

Adattarsi a un apparecchio acustico può non essere semplice: all'inizio è possibile sentire strani fischi di ritorno o rumori spiacevoli. Oltretutto il cervello deve riabituarsi a percepire certi suoni. Occorre avere pazienza e un punto di riferimento (il tecnico audioprotesista per l'appunto) che ti dedichi del tempo per aiutarti in questo percorso. Quasi tenendoti per mano. Quasi come uno psicologo.

 

Quanto costa un apparecchio acustico?

Oggi, grazie alla grande varietà di dispositivi in commercio, è possibile scegliere non solo quello più indicato per le tue esigenze e stile di vita, ma anche e soprattutto per le tue tasche. Il prezzo varia in base al modello e alla tecnologia impiegata e l’Asl potrebbe coprirlo in tutto o in parte se rientri nelle categorie aventi diritto.

 

Ma pensa piuttosto a cosa ti perdi: non andare più al cinema o a teatro perché tanto senti solo la metà delle parole, avere difficoltà a dialogare in coppia, sul lavoro non capire i colleghi o i clienti, rimanere da solo perché nessuno parla più con te, passare per quello “duro di comprendonio” quando invece il problema è solo nelle orecchie… Risolvere tutto questo, che prezzo può avere?



A cura di Cinzia Iannaccio, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2007, blogger, specializzata nel settore della salute e del benessere.
Profilo Linkedin di Cinzia Iannaccio
 

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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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