Retinopatia diabetica: tecniche diagnostiche e opzioni terapeutiche

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Retinopatia diabetica: tecniche diagnostiche e opzioni terapeutiche

13-06-2018 - scritto da Francesca Morelli

Dalla retinopatia diabetica non proliferante a quella proliferante: i rischi per la vista e le possibili terapie per contenerne segni e sintomi.

Intervista sulla retinopatia diabetica al Prof. Massimo Nicolò della Clinica Oculistica dell'Università di Genova e Di.N.O.G.Mi Ospedale Policlinico San Martino.

Soffri di diabete di tipo 1 o di tipo 2? Prenditi cura anche della vista, sottoponendoti a visite oculistiche periodiche, perché uno degli effetti collaterali del diabete, in qualsiasi sua forma, specie se non efficacemente controllato, è il possibile sviluppo di un danno progressivo alla retina: la retinopatia diabetica. Una malattia che può portare dapprima a ipovisione, fino alla cecità. 

 

Prevenire danni irreparabili alla retina è possibile, talvolta persino evitabile: non tardare a rivolgerti al tuo medico di riferimento, saprà indirizzarti al meglio per salvaguardare la salute anche dei tuoi occhi.

 

Tutto sotto controllo

A partire dal diabete: è questa la prima regola per il benessere della vista. La diagnosi e la prevenzione passano innanzitutto dalle concentrazioni di glucosio (zucchero) circolante, che devono essere sempre mantenute costanti e a livelli accettabili. Occorre, insomma, tenerle sotto controllo, effettuando periodicamente un esame del sangue, prescritto dal medico, specificatamente mirato ai valori della glicemia. Questo perché, in caso di retinopatia diabetica, non contano soltanto i livelli di zucchero presenti nel sangue, ma anche le loro variazioni quotidiane, cioè la differenza tra valore massimo e minimo.

 

Un test attendibile, per ottenere questa informazione, è rappresentato dall’emoglobina glicata che si misura con un semplice prelievo sanguigno e che permette di conoscere l’andamento della glicemia nel corso dei mesi più recenti.

 

Occhio agli occhi

Anche la loro salute va monitorata regolarmente con visite oculistiche periodiche ed esami specifici, innanzitutto il fondo oculare, cui possono aggiungersi se necessario anche altre indagini diagnostiche. Tra queste l’OCT (Tomografia ottica computerizzata), un esame non invasivo che permette di ottenere delle scansioni della cornea e della retina per la diagnosi e il follow-up di numerose patologie corneali e retiniche, compresa l’eventuale presenza di liquido nei tessuti della retina; ma esiste anche una nuova e ancor più performante tecnologia chiamata Angio OCT, che permette di analizzare in maniera più dettagliata la vascolarizzazione della retina (e anche le neovascolarizzazioni anomale tipiche della retinopatia proliferante); infine può essere indicata anche la retinografia per monitorare nel tempo delle condizioni del fondo oculare. Si tratta di esami in grado di fornire informazioni sulla presenza di malattia e la sua gravità.

 

Le possibili terapie

Per evitare l'insorgenza o la progressione della retinopatia diabetica dalle forme iniziali, non proliferanti, a quelle più avanzate, proliferanti, bisogna innanzitutto sottoporsi a controlli serrati della glicemia, dell'assetto lipidico (trigliceridi e colesterolo) e dell'ipertensione arteriosa.

 

Il trattamento di scelta della retinopatia diabetica oggi è rappresentato dalla iniezione di farmaci all’interno dell’occhio eventualmente in associazione con la terapia laser.

 

Il trattamento laser consente di bloccare le alterazioni vascolari, di ridurre gli edemi, cioè la presenza di liquido in eccessi nei tessuti connettivi intorno all’occhio, di distruggere i capillari chiusi e riparare quelli che invece stanno trasudando liquido. Lo scopo è salvare la vista residua, limitando l’ulteriore progressione di malattia. 

 

Le iniezioni intravitreali (anti-VEFG) rappresentano invece una terapia farmacologica di ultima generazione soprattutto in caso di edema maculare diabetico, una evoluzione della retinopatia diabetica che comporta la rottura della barriera protettiva che impedisce l’ingresso di alcune sostanze nella retina stessa. Questa terapia, inoculata direttamente nell’occhio, agisce sulle proteine che stimolano la proliferazione e crescita di nuovi vasi retinici dannosi, consentendo un migliore controllo dell’evoluzione della malattia e permettendo al paziente di ottenere un miglioramento visivo .

 

Dalla retinopatia diabetica non proliferante a quella proliferante: ci parla di queste possibili opzioni di cura il Prof. Massimo Nicolò della Clinica Oculistica dell'Università di Genova e Di.N.O.G.Mi dell'Ospedale Policlinico San Martino di Genova.

 

Video intervista al Prof. Massimo Nicolò della Clinica Oculistica dell'Università di Genova e Di.N.O.G.Mi Ospedale Policlinico San Martino.

 

Quando andare dall’oculista

Subito dopo una diagnosi di diabete. Infatti la tempestività può fare la differenza per la salute degli occhi. Valutare le condizioni visive e lo stato della retina, fin da subito, consentirà di prevenire l’insorgenza di anomalie o limitare i danni eventualmente già esistenti. Sarà poi l’oculista a stabilire un calendario delle visite successive e il monitoraggio della vista e della salute della retina con esami mirati.



A cura di Francesca Morelli, Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2014, collaboratrice di testate web di medicina, scienza, salute e benessere specializzate in prevenzione, oncologia, alimentazione, medicina e medicina di genere, pediatria, e-health.

 

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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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