XANTELASMA

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XANTELASMA

26-09-2011 - scritto da siravoduilio

Come rimuovere le lesioni giallastre che tendono ad invadere sia le palpebre superiori, sia le inferiori sia il contorno occhi

XANTELASMA














Come dice il nome stesso si tratta di lesioni giallastre (xantos=giallo) che tendono ad invadere sia le palpebre superiori, sia le inferiori sia il contorno occhi.
Il termine xantelasma é costituito da due parole greche: xantòs (giallo) e elàsma (piatto). Ad attribuire tale appellativo a questo tipo di papule fu il dermatologo inglese William James Erasmus Wilson. Gli xantelasmi si possono presentare anche come placche o noduli. La forma più comune é lo xantelasma palpebrarum che, come suggerisce il nome, si manifesta sulla zona delle palpebre.
Si presentano contigui o a placche, piane o lievemente rilevate, di consistenza morbida (sono costituiti per circa il 90% da acqua); la dimensione varia da pochi millimetri a diversi centimetri nei soggetti più colpiti, in particolare ultraquarantenni che presentano un’alterazione del metabolismo lipidico.
Trattate chirurgicamente in modo classico, tendono a recidivare, presentando una serie di inconvenienti post operatori che, anche se minimi, creano disagio e preoccupazione sia nel paziente sia nel chirurgo.
Per rimuovere gli xantelasmi, che altro non sono che concentrazioni di colesterolo, ci pensa in tutta sicurezza il raggio preciso del laser ad anidride carbonica pulsato, con una breve seduta in anestesia locale.
Resta ora da chiedersi come mai proprio la zona delle palpebre sia la più interessata da questo tipo di papula. Anche qui la risposta é semplice: la cute delle palpebre é più sottile rispetto a quella delle altre zone del corpo, tanto da permettere la “fuga” dei lipidi attraverso i vasi ed il loro accumulo nel derma superficiale. La fuoriuscita viene inoltre favorita dalla permeabilità vascolare e quindi nel corso di infiammazioni di natura irritativa o allergica. I depositi di colesterolo sul contorno occhi non devono però allarmare: non sono pericolosi come quelli sulle pareti delle arterie (che ostruiscono la circolazione e possono causare l’infarto). Al contrario, gli xantelasmi sono totalmente innocui e l’unico problema che possono costituire é di natura estetica.

Gli Xantelasmi possono essere rimossi con varie terapie: dalle tinture con l’acido tricloroacetico all’intervento chirurgico tradizionale; dalla crioterapia con azoto liquido all’ablazione con l’elettrobisturi.
Le terapie per la cura degli xantelasmi sono diverse: dalla crioterapia con azoto liquido (bruciatura e rimozione per raffreddamento) all'uso di acido tricloracetico, asportazione chirurgica tradizionale o laser, il trattamento con felc (flusso di elettroni convogliati, possibile addirittura senza anestesia). In quest'ultimo caso si usa il laser CO2 pulsato che tramite vaporizzazione rimuove gli xantelasmi senza punti di sutura e con minori inconvenienti postoperatori. Quest'ultima tecnica è oggi frequente perchè il laser scoraggerebbe la formazione di recidive, un inconveniente non raro quando si parla di xantelasmi.
La terapia elettiva per gli xantelasmi é senza dubbio il laser ad anidride carbonica pulsato: é sufficiente un breve impulso a far evaporare definitivamente la papula senza lasciare cicatrici indesiderate.” Lo strumento emette infatti ad intervalli regolari, calcolabili in millesimi di secondo, un sottile raggio di luce a diffusione circolare che agisce solo a livello del derma superficiale, senza compromettere quindi lo strato profondo della pelle. Ma c’é di più: grazie ad un sistema computerizzato, é possibile ottenere una combinazione ideale tra potenza del raggio laser, profondità d’azione e tempi di esecuzione: il risultato é che lo xantelasma viene dissolto in maniera talmente fulminea da non permettere ai liquidi contenuti nei tessuti circostanti di raggiungere temperature elevate (azione di fototermolise selettiva).
FELC(FLUSSO ELETTRONI CONVOGLIATI)

Il felc utilizza solo elettroni e utilizza delle potenze molto piccole per ottenere gli stessi risultati di un laser o di
radiobisturi molto potenti.
Il felc utilizzando elettroni genera un incremento termico nei tessuti con maggior resistenza elettrica.
Ricordiamo che il radiobisturi per lavorare correttamente deve avere un buon contatto elettrico, e quindi un puntale sempre pulito.
Il felc al contrario sfrutta l’effetto Joule aumentando la temperatura proprio in quei tessuti che presentano una reattanza elevata.



Un caro saluto
Prof.Duilio Siravo
siravo@supereva.it
http://drsiravoduilio.beepworld.it
Cell.:3385710585
PROF.DOTT. DUILIO SIRAVO
http://drsiravoduilio.beepworld.it



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