Alcol e giovani: quanti ragazzi bevono?
Tra i ragazzi diminuisce l'uso di alcolici, aumenta quello dei superalcolici.
Un fenomeno da non trascurare, lo sballo giovanile con l'alcol.

Le vacanze appena concluse, le passeggiate sul lungomare piene di locali dove bere aperitivi e cocktail, ma anche le cronache locali e nazionali ci parlano di giovani e giovanissimi dediti all'alcol e a sostanze psicotrope (spesso purtroppo in abbinamento). I riflettori su questo tema si accendono in caso di drammatici incidenti stradali e questa estate anche per alcuni episodi legati ad alcol e pasticche di ecstasy.
Tali fatti sembrano cozzare contro le statistiche italiane (ed europee) che vedono diminuire negli ultimi anni l'uso e l'abuso di alcol da parte di ragazzi e ragazze tra i 15 ed i 34 anni, come è emerso dallo studio Consumi di bevande alcoliche nei giovani in Italia dal 2000 ad oggi, promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani e Alcool.
Ad analizzare bene i dati però ci si rende conto che la situazione è molto più complessa di quanto possa "ottimisticamente" pensare nel leggere le cifre in diminuzione, come ha spiegato anche la dott.ssa Sabrina Molinaro coordinatrice del gruppo della Sezione di epidemiologia e ricerca del CNR:
"Sono diminuiti i consumatori di vino e birra, ma tra i maggiorenni è aumentato il consumo di aperitivi alcolici e superalcolici (ndr l'happy hour è ormai un trend) .Il tasso è più alto nei maschi tra i 25 ed i 35 anni, e nelle giovani ragazze tra i 18 ed i 25 anni. [....] Gli episodi di ebbrezza e di ubriachezza, pur interessando in particolar modo i 18-24enni, mostrano un aumento tra i 25-34enni, mentre risultano diminuiti i giovani 15enni. Altro risultato di rilievo è il decremento del binge drinking, ovvero il bere 5 o 6 bicchieri di alcol in breve tempo, in una stessa occasione: i giovani che lo hanno fatto nell’ultimo anno, in particolar modo le femmine minorenni ed i maschi maggiorenni, sono diminuiti”.
Ma questo decremento non deve far abbassare la guardia: cosa c'è di ottimistico nel "contare" le cifre dei giovani bevitori? Senza considerare la conferma di studi scientifici su come la tendenza ad ubriacarsi (non a bere moderato) e ad usare cannabis ed altre sostanze stupefacenti vadano a braccetto: non si tratta di certo di un qualcosa da sottovalutare.
E' buona cosa inoltre che il "bere responsabile" sia un concetto diffuso e compreso in questa fascia d'età, ma la messa in pratica continua ad essere altra cosa. Pensiamo ad esempio ad un altro dato: l'imbarazzo che provano i giovani "non bevitori" sempre documentato dalle indagini epidemiologiche. Questo significa che la strada da fare è ancora lunga.
Non posso poi sorvolare su un altro aspetto che si evince da questi dati: anche noi ex -giovani, quando uscivamo, potevamo incappare in qualche sbronza o ritornare alticci dopo una serata tra amici, in discoteca o al pub. Oggi, sempre secondo le dichiarazioni dei protagonisti raccolte negli studi epidemiologici, spesso si esce solo con l'intento di bere ed ubriacarsi. Del resto in questo caso lo "sballo" è legale ed economico. Purtroppo per i nostri figli.
L'alcolismo così come era inteso nel passato esiste ancora, ma ha subito un'evoluzione specie nelle modalità di approccio e nell'età in cui si comincia a bere di cui bisogna tener conto da subito.
Chi è interessato può approfondire queste tematiche anche nel sito dell'Osservatorio Giovani ed Alcol
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A cura di Cinzia Iannaccio, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2007, blogger, specializzata nel settore della salute e del benessere.
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