Il Parto - il bambino vuole nascere

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Il Parto - il bambino vuole nascere

30-06-2011 - scritto da buchal

Quando i lunghi mesi della gravidanza stanno per scadere

I lunghi mesi della gravidanza stanno per scadere. Il parto è ormai imminente e negli ultimi giorni di attesa c’è aria di prove generali.

Il piccino si appresta a fare il suo ingresso nel mondo ed è lui che, collaborando con la madre, dà il via al travaglio.
A tre o quattro settimane prima della nascita – periodo molto variabile – il bambino si mette a testa in giù avvicinandosi al collo dell’utero.
Ora si muove meno a causa del minor spazio che ha a disposizione ; tuttavia un minimo di movimenti è necessario per segnalare che, in attesa del grande momento, il piccino sta bene.
Nell’organismo materno si verifica la secrezione di una serie di ormoni, secrezione alla quale concorre anche il bambino. Gli ormoni in questione sono quelli che andranno a dare il via al travaglio. L’ormone principale è l’ossitocina prodotta sia dalla donna che dal bambino. Questo dimostra che in questa importante fase vi è, fra i due, una perfetta e meravigliosa collaborazione.
Per il piccino non si tratta soltanto di prepararsi all’enorme sforzo fisico necessario per superare tutte le difficoltà del passaggio attraverso il canale del parto, ma anche all’incontro con un ambiente totalmente nuovo al quale dovrà adattarsi.
Per la donna, la serie di ormoni dà il via al travaglio, dapprima con doglie leggere e distanziate che gradatamente si intensificano in dolore e in frequenza. Questa fase può avere una durata variabile, ma la donna , facendosi coraggio, sa che deve affrontare e sopportare pazientemente questo processo; comunque, ognuna ha un proprio ritmo e le persone che assistono lo devono rispettare……
A seconda dell’interpretazione che si dà al dolore, si può affermare che quanto più se ne attribuisce un significato, tanto più se ne alza la soglia della tollerabilità. Dare un senso al dolore del parto significa avere buoni motivi per accettare di vivere questa profonda esperienza psichica e insieme fisica che nulla ha di patologico.
L’apparato medico, con la sua regola “evitare il dolore” tende a creare una distanza tra la donna e il suo corpo, fra la donna e le sue sensazioni, impedendole di sentirsi, di conoscersi e di esprimersi. La donna dovrebbe invece sapere che il suo corpo è perfettamente predisposto alla funzione del partorire, come lo è per qualunque altra funzione: respirare, digerire……..
Il modo in cui vivere il travaglio è spesso lo scopo basilare dei corsi di preparazione al parto che, informando la donna a dare una risposta alla sua sofferenza, tendono a debellare paura e tensioni. Dare una interpretazione positiva al dolore del parto vuol significare trasformarlo e viverlo attivamente come occasione di crescita, e non subirlo come una condanna.
“……..Ecco, tutto è pronto: luci soffuse, musica in sottofondo, raccoglimento….. Il bambino può arrivare. ……Eccolo ! Esce prima la testolina e poi le braccia….. Il bimbo è nato ! Quale luogo più adatto per deporlo se non il ventre materno ! Il ventre della donna ha la forma, la misura esatta del bambino. Convesso poco fa, ora concavo, sembra in attesa, come un nido. Il suo tepore, la sua elasticità, il fatto che salga e scenda secondo il ritmo della respirazione, la dolcezza, il calore vivo della pelle, tutto lo rende il luogo per eccellenza dove deporre il neonato.” (F.Leboyer – La nascita senza violenza).
Questo è il modo giusto per dare il ‘Benvenuto’ al piccolo essere venuto a far parte della nostra società. Infatti, sarebbe bello se la nascita di ogni nuovo individuo fosse vista come un atto al quale attribuire un senso di sacralità, considerato nel suo pieno valore da tutte le persone coinvolte. Le mani dell’Ostetrica che porta alla luce quel piccolo essere indifeso dovrebbero accoglierlo con amore e tenerezza, rispettando la dignità di quella creatura che, da adulto, dovrà svolgere il compito per il quale è venuto al mondo e…..‘diventare una nota armonica nella grande sinfonia universale’.
Gioia e sollievo per tutti, particolarmente per mamma e papà che vivranno i primi istanti alla presenza del loro bambino in un’atmosfera di grande intimità. In quei momenti non mancherà una profonda generale commozione !
E’ importante che l’apporto di ossigeno continui a giungere attraverso il cordone ombelicale fino che il bambino non riuscirà a respirare da solo. Per mettere in moto questa importante funzione, ci saranno le mani della mamma che, con tanta tenerezza, praticheranno un leggero massaggio al torace del bimbo per aiutarlo a mettere in modo l’apparato respiratorio e a rendersi così indipendente dal cordone che ancora lo collega a lei. Questo dovrà essere reciso in una zona chiara che si formerà a qualche centimetro dall’ombelico soltanto quando non pulserà più e quanto il bambino respirerà autonomamente. L’ideale sarebbe che il taglio del cordone venisse fatto dal papà che avrà assistito all’intero processo con profonda partecipazione e grande conforto per la partoriente.
Appena reciso il cordone ombelicale, il bimbo non dovrà essere allontanato dalla mamma. Vicino alla mamma, nel momento delicato del grande passaggio da feto a bambino, potrà sentirsi più al sicuro, mentre nel suo cervello avverrà un repentino cambio di tutti i circuiti che governavano le funzioni del suo piccolo organismo per adattarsi alla nuova situazione.
Recentemente è stato reso noto da una ginecologa australiana un modo di procedere secondo cui il cordone non viene reciso ma, assieme alla placenta, lasciato collegato al bambino anche per parecchi giorni affinché il sangue e gli ormoni in essi contenuti non saranno interamente defluiti verso il bambino, per non privarlo di una quantità di sangue e di ormoni importanti, che altrimenti andrebbero persi. Questo nuovo procedimento si chiama “Lotus-Birth”. Quando il cordone si è svuotato e completamente essiccato, si stacca da solo dall’ombelico. Pare che sia molto vantaggioso per il bambino che, così trattato, dia evidenti segni di benessere
Appena nato, il bambino viene quindi appoggiato sulla pancia della mamma, da dove tende istintivamente verso il suo seno. Pare che il profumo del latte materno sia molto simile a quello del liquido amniotico, per cui il bambino tende istintivamente verso qualcosa che conosce già.
A questo punto si avvera il sogno di entrambi: il bambino viene messo fra le braccia della mamma per la prima poppata, ed è questo un momento ricco di emozione in cui gli sguardi di mamma e piccino si incontrano. Finalmente il bimbo vede il viso della sua mamma, e la mamma tiene finalmente fra le braccia il figlioletto portato per tanti mesi nel suo grembo, sul quale poter riversare tutto il suo amore e dare il prezioso nutrimento che lo farà crescere sano e forte.
E’utile che tutte le donne in gravidanza siano informate che, durante lo svolgimento dell’intero processo, godono di una preziosa e saggia collaboratrice e sostenitrice che le segue: LA NATURA. Infatti, la natura ha pensato a tutto fino nei minimi particolari, sia che la donna ne sia cosciente o meno. Ha pensato persino a far secernere al momento del parto vari ormoni come: l’ossitocina = ormone dell’amore, le endorfine = ormoni della gioia e l’adrenalina = l’ormone della forza. Questi ormoni provvedono a trasformare il momento dell’incontro madre/bambino in quell’esperienza indimenticabile che crea l’impronta iniziale di tutta la loro futura relazione.
Nel caso in cui il decorso dovesse essere turbato da qualche lieve complicazione, come a volte può succedere, è pronta un’altra grande sostenitrice: LA MEDICINA. Negli ultimi decenni la Medicina ha creato tecniche veramente eccezionali e apparecchi sofisticati capaci di far fronte anche alle più difficili situazioni: il travaglio indotto, l’anestesia epidurale, il taglio cesareo e altro, tecniche alle quali si dovrebbe ricorrere solamente in caso di assoluta necessità, in quanto, sebbene preziose al momento, non sono prive di conseguenze anche dopo parecchio tempo. Sarà quindi necessario giudicare di volta in volta la necessità di ricorrervi.


Bianca Buchal

Profilo del medico - buchal

Nome:
BIANCA BUCHAL
Professione:
Altro Operatore Sanitario
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