Il Pap test è positivo: c'è un tumore al collo dell’utero?

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Il Pap test è positivo: c'è un tumore al collo dell’utero?

04-11-2019 - scritto da Viviana Vischi

Pap test e HPV test sono esami fondamentali per la prevenzione del tumore della cervice uterina. Vediamo l’iter da seguire in caso di positività.

Il ginecologo ci spiega gli esami di accertamento e le strategie di intervento nell'ambito della prevenzione del tumore al collo dell’utero.

 

Nell’articolo dedicato alla prevenzione del tumore al collo dell’utero, abbiamo identificato Pap test e HPV test come esami di screening fondamentali. E abbiamo visto come l’HPV test, il cui obiettivo è ricercare la presenza di un’infezione da Papilloma virus ad alto rischio oncogeno, stia prendendo sempre più piede in tutte le regioni italiane come esame di riferimento.

 

Ma cosa succede se l’uno o l’altro esame danno un esito positivo, ossia individuano la presenza di un'infezione da Papilloma virus di un determinato ceppo virale (HPV test) o alterazioni cellulari che possono essere indice di una trasformazione in cellule tumorali (Pap test)? Ne parliamo con la Dr.ssa Rosa Alba Portuesi, specialista in Ginecologia e Ostetricia del Centro Medico Sempione di Milano.

 

 

DR.SSA PORTUESI, QUALI SONO LE ALTRE INDAGINI DIAGNOSTICHE CONSIGLIATE DOPO UN PAP TEST O HPV TEST POSITIVI?

In caso di Pap test alterato e/o test virale positivo, le indagini diagnostiche procedono con una colposcopia, che permette al ginecologo di identificare la zona della lesione. In caso di dubbio si può praticare anche una biopsia, cioè un approfondimento di seconda istanza per valutare l'effettiva gravità della lesione. In caso di biopsia positiva, cioè certezza diagnostica di una lesione di alto grado, che dunque potrebbe esporre la paziente ad un maggior rischio di tumore, si può intervenire rimuovendo quel pezzetto del collo dell'utero in cui ha sede la lesione.

 

Siamo però sempre nell’ambito della prevenzione. La paziente sta bene, non stiamo cercando una terapia, ma stiamo cercando di non arrivarci. La paziente che sta per sottoporsi a colposcopia e/o biopsia deve sapere che a, causa delle alterazioni cellulari e delle lesioni identificate dagli esami precedenti, potrebbe essere a rischio, in futuro, di sviluppare un tumore. E che si tratta di gestire al meglio questo rischio.

 

COLPOSCOPIA E BIOPSIA: SONO PERICOLOSE? FANNO MALE?

La colposcopia è un esame molto semplice, che prevede il posizionamento della paziente sul lettino in posizione ginecologica classica e l'utilizzo da parte del medico di uno speculum, cioè dello stesso strumento che si utilizza anche per effettuare il prelievo del Pap test. Nulla di nuovo e di diverso, insomma, rispetto a una visita ginecologica classica. Sul tessuto della cervice uterina il colposcopista applica due reagenti (assolutamente indolori e impercettibili da parte della paziente) che servono per visualizzare meglio l'area sede della lesione, su cui il medico potrà poi decidere di effettuare la biopsia.

 

Quanto alla biopsia, esame che prevede il prelievo di una piccola porzione di tessuto anomalo, posso assicurare che non causa dolore perché il collo dell'utero è sì molto vascolarizzato, ma poco innervato. A volte a generare disagio nella donna seduta sul lettino ginecologo è più il “tic”, cioè il rumore della pinzetta utilizzata per il prelievo che l’indolenzimento che questa operazione effettivamente può provocare, che è davvero molto lieve.

 

Nello svolgimento di questi esami, ma anche di un semplice Pap test, è molto importante che la paziente si senta a suo agio. E qui la capacità relazionale del medico può fare la differenza. Perché lo speculum è comunque un corpo estraneo, e la vagina è fatta di muscoli: va da sé che un irrigidimento, una non accettazione dello strumento, un cattivo rapporto con il medico possono provocare contrazioni anche involontarie, e a quel punto tutto può diventare più difficile.

 

Io cerco di spiegare sempre bene alle mie pazienti in cosa consiste un esame prima di eseguirlo. Credo che si tratti in fondo di un gioco di squadra: il ginecologo deve avere la mano delicata, la paziente deve sentirsi a suo agio e questo aiuta sempre a ridurre al minimo i fastidi.

 

 

COSA SUCCEDE SE DURANTE LA COLPOSCOPIA O LA BIOPSIA IL MEDICO SI ACCORGE CHE LA LESIONE AL COLLO DELL’UTERO E’ AD ALTO RISCHIO?

A quel punto è possibile sottoporre la paziente ad una semplice e poco invasiva procedura ambulatoriale, effettuata in anestesia locale, con cui si va a rimuovere quel pezzettino del collo dell'utero in cui ha sede la lesione. Naturalmente sta al ginecologo valutare l'opportunità o meno dell'intervento, anche in relazione ad alcuni fattori. In generale, si tende ad essere molto più conservativi nelle pazienti:

 

  • Sotto ai 30 anni, perché il sistema immunitario potrebbe offrire più chance di una remissione spontanea della lesione
  • Che non hanno ancora avuto gravidanze, perché la procedura di rimozione della lesione non è completamente esente da rischi, come ad esempio quello di parto pretermine

 

Dal punto di vista dei rischi di parto pretermine, le più recenti evidenze sono tuttavia tranquillizzanti: se ad asportare la lesione localizzata nel collo dell'utero è uno specialista con esperienza, in grado di adottare tutti gli accorgimenti del caso, il rischio di parto pretermine è sovrapponibile a quello della popolazione generale. Merito dell’abilità del chirurgo, ma anche della capacità del collo dell'utero di riprendere la sua funzionalità nei sei mesi successivi del 80%.

 

Infine, nel caso di lesioni gravi, che sono comunque molto rare e più frequenti nelle donne che non hanno mai eseguito esami di controllo, l’iter terapeutico sarà più complesso. Ma il nostro obiettivo è non arrivare a questo punto, giusto? Ecco perché non dobbiamo sprecare la possibilità che la medicina oggi ci offre, cioè quella di aderire a uno screening davvero capace di renderci la vita più rosa.

 


 

 

La Dr.ssa Rosa Alba Portuesi, specialista in Ginecologia e Ostetricia, riceve presso il Centro Medico Sempione di Milano. Per contattarla, clicca qui.

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A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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