Prevenire il tumore al collo dell’utero è possibile! Ecco come

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Prevenire il tumore al collo dell’utero è possibile! Ecco come

04-11-2019 - scritto da Viviana Vischi

Prevenzione del tumore al collo dell'utero: gli strumenti per farla oggi ci sono, sono ampiamente diffusi e rispondono al nome di test virale (o HPV test) e Pap test.

Quali sono le differenze tra HPV test e Pap test e cosa fare in concreto per la prevenzione del tumore al collo dell’utero? Parola allo specialista ginecologo.

 

Secondo i dati più recenti diffusi dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), il tumore del collo dell’utero o della cervice uterina rappresenta la quinta neoplasia più frequente soprattutto nelle donne giovani, dopo il tumore al seno, alla tiroide, melanomi e colon-retto. Ma la notizia positiva è che, a differenza di altre come ad esempio il tumore all’ovaio, la prevenzione di questa patologia si può fare, eccome!

 

Gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione sono il test virale (o HPV test) e il Pap test: due esami di screening ampiamente diffusi che sono riusciti a centrare il primo degli obiettivi delle campagne di prevenzione degli ultimi anni, cioè ridurre significativamente il numero dei casi di tumore al collo dell'utero nella popolazione femminile: quasi -25% in dieci anni!

 

PAPILLOMA VIRUS E TUMORE AL COLLO DELL’UTERO

Il tumore al collo dell’utero è causato da un’infezione da Papilloma virus (HPV), che si trasmette per via sessuale ed è molto frequente soprattutto nei giovani. La maggior parte delle infezioni ha una regressione spontanea, che non necessita di alcun tipo di trattamento; quando invece l’infezione persiste, si possono formare delle lesioni nel tessuto del collo dell’utero che poi possono evolvere in cancro. Il lasso di tempo può essere molto lungo e le lesioni possono non dare alcun segno di sé per anni, ed è per questo che lo screening è fondamentale: perché attraverso opportuni esami ripetuti a cadenza prestabilita è possibile intercettare e trattare le lesioni e risolverle prima che degenerino

 

In natura esistono oltre 200 ceppi di Papilloma virus, alcuni decisamente più pericolosi di altri perché maggiormente associati al rischio di sviluppare il tumore: tra questi, HPV 16 e HPV 18.

 

Attenzione: contrarre un’infezione da Papilloma virus – anche se dovesse trattarsi dei ceppi più pericolosi - non significa ammalarsi di tumore! Oltre all’infezione concorrono altri elementi, come le abitudini sessuali, la familiarità, l’alimentazione e soprattutto il fumo di sigaretta. A volte si pensa che fumare sia associato solo a problematiche polmonari… e invece no! Il fumo di sigaretta è un fattore di rischio per la persistenza dell'infezione da Papilloma virus, per cui fa parte del “pacchetto preventivo” non solo fare gli esami di screening, ma anche adottare una serie di comportamenti salutari. Primo fra tutti, smettere di fumare, o non cominciare proprio!

 

Ma ora veniamo agli esami di screening, e per spiegarli nel dettaglio ci affidiamo alle parole e all’esperienza della Dr.ssa Rosa Alba Portuesi, specialista in Ginecologia e Ostetricia del Centro Medico Sempione di Milano.

 

 

DR.SSA PORTUESI, QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA HPV TEST E PAP TEST? E QUAL E’ IL MIGLIORE TRA I DUE PER LA PREVENZIONE DEL TUMORE AL COLLO DELL’UTERO?

Spesso si tende a confondere Pap test e HPV test, a pensare che siano la stessa cosa o che uno possa sostituirsi all'altro. Non è così. Fino a qualche tempo fa il Pap test era il test di screening nazionale (e internazionale) del tumore al collo dell'utero. Oggi invece ha preso molto più piede il test virale, che ha dimostrato una sensibilità e una specificità maggiori rispetto al Pap test. Ma alla base si tratta di due test diversi, che indagano elementi diversi e offrono risposte diverse, specifiche.

 

Quali? L'HPV test identifica la presenza di un'infezione da Papilloma virus e addirittura anche il ceppo virale coinvolto. Poi, a seconda del tipo di virus, sia esso ad alto, medio o basso rischio oncogeno, gli esami di approfondimento e gli eventuali tipi di trattamento a cui sottoporre la paziente potranno essere diversi.

 

Il Pap test prende invece in esame le cellule a livello esocervicale ed endocervicale e verifica che non vi siano alterazioni, segno di una lesione al collo dell'utero. Nel caso ce ne fossero, ne determina la gravità.

 

In breve, il test virale ti dice se sei esposta al fattore di rischio che poi comporterà o potrebbe comportare negli anni un'alterazione cellulare. Il Pap test ti dice invece se OGGI hai un'alterazione cellulare.

 

CI SI PUO’ SOTTOPORRE A PAP TEST E HPV TEST NEL CORSO DELLA STESSA VISITA GINECOLOGICA?

Per quanto riguarda le modalità di prelievo, sono identiche sia per il Pap test che per il test virale. E' quindi possibile sottoporre la paziente ad un unico prelievo e spedire il campione al laboratorio perché si occupi di analizzare entrambi gli aspetti: il microbiologo avrà il compito di determinare la presenza di un'infezione da HPV, mentre l'anatomopatologo indicherà l'eventuale alterazione cellulare.

 

In base alle ultime evidenze scientifiche, se hai un test virale negativo e un Pap test negativo fatti all'unisono in un singolo prelievo, e inoltre non hai mai avuto Pap test precedenti positivi e non hai mai contratto un'infezione da HPV, il ginecologo potrebbe tranquillizzarti sul fatto che non sarà necessario ripetere lo screening tutti gli anni, ma con un intervallo di tempo più ampio, ad esempio ogni 3 o 5 anni.

 

 

QUESTI ESAMI SI POSSONO EVITARE SOTTOPONENDOSI AL VACCINO CONTRO L’HPV?

Ad oggi il vaccino contro l'HPV copre 9 ceppi ad alto rischio oncogeno, dunque ha un ottimo impatto a livello di prevenzione, tuttavia non copre contro tutti i possibili ceppi: ciò significa che la possibilità di contagio attraverso rapporti sessuali esiste comunque, nonostante il vaccino. Ecco perché anche chi è vaccinata non deve abbassare la guardia contro l'HPV e deve sottoporsi allo screening come qualsiasi altra donna. Il vaccino è un ottimo strumento, ma non esime nessuna donna dal fare i controlli.

 

Il vaccino ha una capacità di prevenzione assoluta nei confronti dei ceppi con cui non si è mai venuti a contatto, per questo la campagna di prevenzione viene fatta nelle bambine. Gli studi attuali si stanno però concentrando sulla capacità del vaccino di aiutare il sistema immunitario a debellare l'infezione con cui già si sia venuti a contatto, e di ridurre la possibilità che una paziente che ha fatto un intervento per un'alterazione di alto grado possa avere in futuro una recidiva di quella stessa alterazione.

 

In attesa di conferme di questi risultati, il vaccino ha comunque una sua ragion d'essere anche per chi ha una vita sessuale già attiva, perché protegge da 9 ceppi, ed è difficile che nella vita si sia venuti a contatto con tutti.

 

SE IL PAP TEST O L'HPV TEST SONO POSITIVI, SIGNIFICA CHE C'È UN TUMORE AL COLLO DELL'UTERO IN CORSO?

Fortunatamente no! Ma capisco i timori delle donne che, trovandosi davanti a un referto pieno di sigle per loro incomprensibili, possono allarmarsi. Sta a noi medici spiegare sempre bene di cosa si tratta e precorrere le possibili domande delle pazienti.

 

Questi strumenti di screening ci permettono di dire se ci sono delle alterazioni che possono predisporre la persona ad avere un rischio aumentato di tumore al collo dell'utero. Ma, ancor più importante, ci permettono di intervenire per tempo per evitare che questo rischio, nel tempo, si concretizzi in una diagnosi di tumore.

 

In linea generale il rischio di sviluppare una malattia oncologica a seguito di un'alterazione di basso grado è molto basso, perché il sistema immunitario, da solo, è in grado di riparare le cellule alterate. Avere invece un'alterazione di alto grado significa avere un rischio di ammalarsi di tumore negli anni a seguire del 20-30%.

 

Oggi possiamo permetterci il lusso di non correre questo rischio con una serie di indagini di accertamento, come la colposcopia e la biopsia, ed eventualmente con la rimozione chirurgica della zona identificata come sede di una lesione ad alto rischio oncogeno.

 

Ma di questo parliamo in un altro articolo

 


 

 

La Dr.ssa Rosa Alba Portuesi, specialista in Ginecologia e Ostetricia, riceve presso il Centro Medico Sempione di Milano. Per contattarla, clicca qui.

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A cura di Viviana Vischi, Giornalista professionista iscritta all'Albo dal 2002, Direttore Responsabile di diverse testate giornalistiche digitali in campo medico-scientifico.
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