SINDROME DA VISIONE AL COMPUTER: COS’È E COME EVITARLA

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SINDROME DA VISIONE AL COMPUTER: COS’È E COME EVITARLA

01-09-2017 - scritto da Paola Perria

Occhi secchi, rossi e che bruciano? È la sindrome da visione al computer, un disturbo della vista che rende vulnerabile a congiuntiviti e infezioni più serie.

Scopri le regole d’oro contro la sindrome da visione al computer.

SINDROME DA VISIONE AL COMPUTER: COS’È E COME EVITARLA

Il computer ormai fa parte della nostra vita e insieme a tablet e smartphone è diventato un’appendice del nostro essere. Impossibile rinunciarvi, non siamo forse tutti degli “iperconnessi”? L’informatizzazione globalizzata è certo una grande conquista, ma attenzione al prezzo che si deve pagare in termini di salute. Un prezzo, che, per la nostra vista può diventare molto alto.

PERCHÉ COMPARE LA SINDROME DA VISIONE AL COMPUTER?

La sindrome da visione al computer è un disturbo degli occhi molto comune, del resto sono tante le professioni che richiedono un continuo uso di questo strumento di lavoro e di comunicazione. Gli schermi dei computer, smartphone e tablet utilizzano la luce blu, che è caratterizzata da una elevata intensità luminosa. Davanti allo schermo del computer gli occhi sono continuamente esposti alla luce blu che provoca la produzione dei radicali liberi, molecole di scarto potenzialmente pericolose perché accelerano il processo di invecchiamento e deterioramento delle cellule e dei tessuti. Normalmente, l’organismo è in grado di neutralizzare i radicali liberi, ma se vengono prodotti in eccesso abbassano le difese naturali degli occhi che vengono sottoposti a stress ossidativo e al rischio di cataratta e degenerazione maculare legata all’età

Come riconoscere la sindrome da visione al computer

Dovremmo, quindi, fare attenzione ai campanelli d’allarme che indicano la presenza della sindrome da visione al computer:

  • difficoltà nella messa a fuoco di oggetti e scritte, soprattutto da vicino;
  • riduzione della lacrimazione;
  • occhi secchi e ipersensibili, che bruciano;
  • fastidio e difficoltà nel tollerare le lenti a contatto, dovute ad una lacrimazione insufficiente a mantenere l’occhio ben idratato per sopportare la presenza delle lenti;
  • arrossamento oculare;
  • occhi sempre stanchi, anche dopo una notte di riposo.

A chi non è capitato di sperimentare almeno uno di questi sintomi dopo un’intera giornata di lavoro trascorsa a “navigare” su internet, controllare la casella di posta elettronica, scrivere e chattare davanti allo schermo luminoso? Sono attività che svolgiamo tutti, chi più chi meno, ma per chi trascorre sempre una buona parte della sua giornata davanti ad uno schermo illuminato, la sindrome da visione al computer può trasformarsi in un problema medico da affrontare subito.

I rischi per la vista e come prevenirli

Quali sono le possibili conseguenze? La principale è il “prosciugamento” dell’occhio, una condizione molto pericolosa perché il film umido che riveste il bulbo oculare costituisce anche la sua protezione dagli agenti infettivi esterni, come batteri e virus. Se tale barriera viene demolita, come accade, appunto, a chi stia troppo tempo davanti ad un monitor, allora la vulnerabilità alle infezioni, dalle semplici congiuntiviti a disturbi più seri come uveiti, cheratiti, ascessi corneali e via discorrendo, diventa concreta.

La sindrome da visione al computer si può prevenire e si possono salvare occhi e vista anche continuando a lavorare tutto il giorno al computer e utilizzando le lenti a contatto. Ecco le regole d’oro  contro la sindrome da visione al computer da seguire:

  • Scegliere un computer dotato di uno schermo di dimensioni adeguate, fra i 17 e i 21 pollici, perché schermi troppo piccoli costringono gli occhi ad un superlavoro.
  • Impostare la luminosità dello schermo in modo da esporsi ad una intensità media di illuminazione. Il computer va posizionato di fronte o verticalmente rispetto alla fonte luminosa, mentre chi siede al computer, per permettere agli occhi di adattarsi sia alla luce esterna che a quella emessa dallo schermo. Mai mettersi tra la fonte luminosa e il computer!
  • La giusta distanza dal monitor dovrebbe essere tra i 50 e i 70 cm dagli occhi. Stare più vicini o più lontani potrebbe creare uno sforzo eccessivo per i tuoi occhi!
  • Per chi trascorre molte ore al computer è consigliabile usare un filtro, una protezione aggiuntiva da applicare sullo schermo per ridurre la quantità di luce blu che arriva agli occhi.
  • Quando si lavora al pc è meglio alternare le lenti a contatto agli occhiali, che proteggono gli occhi dall’esposizione alla fonte luminosa ed evitano che l’occhio si secchi troppo.
  • Fai una pausa ogni tanto, staccando gli occhi dallo schermo luminoso. Il personale di ufficio dovrebbe fare una pausa di 10 minuti ogni due ore di lavoro al computer, un tempo perfetto per un caffè o una passeggiata. Questa regola, chiaramente, vale anche per chi lavora o studia a casa!
  • Segui la regola 20x20x20: ogni 20 minuti prenditi 20 secondi di pausa e sposta la tua vista su un oggetto distante 20 cm da te.
  • Meglio usare il computer solo di giorno, perché durante la notte si rischia di avere una scarsa illuminazione dell’ambiente e, allo stesso tempo, uno sforzo eccessivo nel leggere il testo e le immagini sullo schermo luminoso. 
  • Usa il collirio. Chi è soggetto alla sindrome da visione al computer dovrebbe avere sempre a portata di mano un buon collirio lubrificante, da adoperare quando gli occhi iniziano a seccarsi troppo e a bruciare.

Seguendo queste semplici regole quotidiane si possono prevenire disturbi agli occhi ed evitare di compromettere le prestazioni lavorative. Impariamo a “staccare” al momento giusto per far riposare occhi e cervello. 

 

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A cura di Paola Perria, Giornalista pubblicista iscritta all'Albo dal 2009, Master I livello in Gender Equality-Strategie per l’equità di Genere con tesi sulla medicina di genere.
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ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.



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