Morbo di Crohn: i cibi da evitare
Non esiste una dieta "scientificamente validata" per il morbo di Crohn ma sicuramente valgono alcune indicazioni alimentari. Eccole.
I cibi da consumare con moderazione per non peggiorare i sintomi del morbo di Crohn.

Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica intestinale, piuttosto invalidante, che comporta lesioni della mucosa enterica e che può arrivare a compromettere l’integrità tissutale e la funzionalità dell’intero apparato digerente, frequentemente, con distribuzione segmentaria e discontinua.
Anche se al momento, non è ancora stata descritta una dieta “scientificamente validata” per il morbo di Crohn, come nel caso di molte altre patologie gastroenteriche su base infiammatoria, se da un lato esistono alimenti il cui consumo può aiutare a gestire meglio i sintomi della malattia, dall'altro ci sono cibi per i quali si ha la tendenza a consigliarne un uso moderato, limitato o saltuario, fino talvolta alla completa esclusione di alcuni di essi, in base soprattutto alle differenti condizioni cliniche del paziente.
Alcuni cibi, difatti, potrebbero contribuire a peggiorare la sintomatologia, accentuando l’irritazione dell’intestino e del tratto digestivo in generale. Le scorie, ad esempio, svolgendo in primis un’azione di tipo meccanica e di stimolo della peristalsi, potrebbero mantenere o aggravare l’infiammazione enterica, durante la fase acuta della malattia.
Così, si esorta a prestare particolare attenzione al consumo di:
- vegetali ricchi di fibre (come i legumi, gli asparagi, gli spinaci, la barbabietola, i cavoli, la cipolla, il porro)
- agrumi, kiwi, frutti di bosco
- frutta secca e semi
- latte, formaggi fermentati e formaggi grassi
- insaccati, carni e pesci grassi, crostacei e molluschi
- cibi eccessivamente ricchi, a base di uova, lardo, strutto o grassi idrogenati
- zucchero bianco raffinato, prodotti di pasticceria e cioccolato
- spezie come il curry, il pepe, il peperoncino, la paprica, la noce moscata
- the, caffè e tutte le bevande contenenti caffeina
- bibite gassate, compresa l’acqua effervescente
- alcolici e superalcolici
Come suggerito anche dagli esperti dell’University of Maryland Medical Center, durante i periodi di riacutizzazione della malattia, controllando il consumo di tali cibi, il paziente è in grado di gestirne meglio i sintomi (gonfiore, dolore addominale, crampi, dissenteria).
È importante, inoltre, che vengano prediletti metodi di cottura e di preparazione molto semplici, quali il vapore, la lessatura o al limite, il cartoccio e le stufature, evitando grigliature e fritture. Solo così, l'intestino infiammato avrà modo e tempo per ristabilirsi.
Categorie correlate:
Apparato digerente, problemi gastrointestinali
Dieta, Alimentazione e Integrazione Nutrizionale
A cura di Roberta Madonna, Biologo Nutrizionista Specialista in Biochimica Clinica, dal 2008 si occupa di Nutrizione Umana Fisiopatologica, Dietetica Clinica, Nutrizione Sportiva ed Educazione Alimentare.
Profilo Linkedin di Roberta Madonna
ForumSalute
ForumSalute su Facebook
ForumSalute su Twitter
ForumSalute su Google+
ATTENZIONE: le informazioni che ti propongo nei miei articoli, seppur visionate dal team di medici e giornalisti di ForumSalute, sono generali e come tali vanno considerate, non possono essere utilizzate a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.