L’effetto della caffeina su chi soffre di reflusso e disturbi gastrici

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L’effetto della caffeina su chi soffre di reflusso e disturbi gastrici

25-09-2015 - scritto da Roberta Madonna

Scopriamo perchè la caffeina è fortemente controindicata in presenza di reflusso, gastrite o ulcera gastroduodenale.

Se proprio non si riesce a fare a meno del caffè... allora che sia decaffeinato.

L’effetto della caffeina su chi soffre di reflusso e disturbi gastrici

Per reflusso si intende la risalita del contenuto gastrico lungo l’esofago, comunemente a causa di un’ernia iatale o del malfunzionamento della valvola cardiale, per cui parte del cibo ingerito torna indietro provocando irritazioni, bruciore e rigurgiti acidi.

La gastrite è, invece, un processo infiammatorio acuto o cronico della parete gastrica, i cui sintomi classici sono acidità, dolori, crampi, nausea o vomito.

Spesso il reflusso gastroesofageo e la gastrite sono dei disturbi che tendono ad acuirsi a causa di errate abitudini alimentari, come l'abuso di alcol, spezie o condimenti, cibi o bevande particolarmente irritanti e aggressivi per le mucose.

Così, in presenza di gastrite e di reflusso è molto importante evitare tutti quegli alimenti o bibite che causano ulteriori insulti ad una mucosa già infiammata: il caffè e le altre bevande contenenti caffeina, teofillina o teobromina (cola, bevande energetiche, the, cioccolata ecc.) sono sicuramente tra questi elementi.

È provato che, in caso di esofagite da reflusso, gastrite, nonché in caso di ulcera peptica, la caffeina tende ad aumentare il potere lesivo dei succhi digestivi e a ritardare l’eventuale riparazione delle mucose con un effetto eupeptico, ovvero di stimolazione delle secrezioni acide.

In più, la caffeina agevola il rilassamento dello sfintere gastroesofageo, che normalmente tende ad impedire la risalita del contenuto dello stomaco verso l'esofago.

Ne deriva che, se queste proprietà della caffeina si rivelano particolarmente utili in presenza di dispepsia con ipocloridria (per ridotta secrezione di acido cloridrico in ambiente gastrico), ovviamente rappresentano una grossa controindicazione in presenza di reflusso, gastrite o ulcera gastroduodenale.

In tutti questi casi specifici il caffè (bevanda già di suo piuttosto acida e poco tollerabile, caratterizzata da un pH pari a 3-3,5 per un caffè nero torrefatto e da un pH pari a 5 per un caffè verde crudo) andrebbe limitato o eventualmente sostituito, ove possibile, con quello decaffeinato.

 

A tal proposito, è bene inoltre tener presente che:

  • una tazzina di caffè apporta all’incirca tra i 60 e gli 85 mg di caffeina
  • una lattina di cola ne contiene tra i 35 e i 40 mg
  • una tazza di the ne contiene 30 mg
  • per il caffè decaffeinato (che in ogni caso è consigliabile consumare con moderazione) si riscontra un residuo di caffeina inferiore allo 0,1%, per cui mediamente una tazzina ne fornisce solo 2-3 mg

 

In definitiva, imparare a correggere alcuni comportamenti alimentari e seguire, invece, una dieta corretta, rappresenta il primo e più importante rimedio da mettere in pratica, anche in caso di esofagite da reflusso, gastrite o ulcera.

 

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A cura di Roberta Madonna, Biologo Nutrizionista Specialista in Biochimica Clinica, dal 2008 si occupa di Nutrizione Umana Fisiopatologica, Dietetica Clinica, Nutrizione Sportiva ed Educazione Alimentare.
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